Conciliare la produttività attuale dell'industria con la necessità di preservarne il futuro, limitando e/o evitando danni all'ambiente, è uno degli obiettivi più importanti della nostra società. L'adozione di un approccio che integra gli aspetti economici, sociali e ambientali nelle decisioni di business e nelle politiche pubbliche permette di tutelare il Pianeta e, al contempo, garantire un elevato livello di qualità dei servizi offerti. In questo senso, la gestione dei rifiuti è diventata un tema di fondamentale importanza per le imprese a livello globale.
Tutte le imprese producono rifiuti, che possono variare da rifiuti semplici fino a scarti tossici e/o pericolosi che richiedono un trattamento e uno smaltimento speciale. Secondo il rapporto Rifiuti Speciali 2023 di ISPRA (Istituto Superiore Per la Produzione e Ricerca Ambientale), la produzione di rifiuti speciali - ovvero i rifiuti derivanti dalle attività produttive - in Italia ha registrato un significativo aumento nel 2021, attestandosi a 165 milioni di tonnellate, con un incremento del 12,2% rispetto al 2020. Si tratta di un dato allarmante, che evidenzia la necessità di un impegno concreto per una gestione più efficiente e sostenibile dei rifiuti. Perché è così importante implementare questa attività e renderla efficiente? Lo scopriamo in questo articolo.
Nello specifico parliamo di:
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La gestione dei rifiuti è diventata un tema di fondamentale importanza per le imprese di tutto il mondo. Con l'aumento della consapevolezza ambientale e l'introduzione di normative sempre più rigorose, le aziende si trovano ad affrontare la sfida di gestire in modo adeguato i rifiuti generati dalle proprie attività. Questo processo include pratiche come la raccolta, il trattamento, il riciclaggio e lo smaltimento di componenti, attrezzature, prodotti e/o altri materiali.
Per le aziende, è necessario garantire una raccolta e un'organizzazione accurata dei rifiuti prodotti al fine di ridurre l’impatto ambientale. Il corretto svolgimento delle attività di riciclo o smaltimento, infatti, contribuisce al miglioramento dell'inquinamento delle acque e dell'aria, preservando le risorse naturali e proteggendo la biodiversità.
Un aspetto fondamentale di questa gestione è la riduzione alla fonte. Le imprese possono adottare pratiche e tecnologie volte a diminuire la quantità di rifiuti prodotti durante i processi produttivi, riducendo così i costi di smaltimento e aumentando l'efficienza operativa.
Focalizzarsi sulla riduzione dei rifiuti può incoraggiare l'innovazione e stimolare l'adozione di pratiche più sostenibili. L'implementazione di programmi di riciclo e compostaggio permette di trasformare i rifiuti in risorse, creando nuove opportunità di business che promuovono l'economia circolare.
La sostenibilità è una priorità per l'industria moderna, e il comparto oleodinamico svolge un ruolo chiave nella riduzione delle emissioni, dalle nuove tecnologie alla gestione dell'olio esausto. L'olio esausto, proveniente da macchinari e processi industriali, è considerato un rifiuto pericoloso a causa della presenza di sostanze inquinanti e potenzialmente nocive. Tuttavia, grazie ai processi di rigenerazione, è possibile trasformare l'olio usato in un prodotto di valore, riducendo l'impatto ambientale e creando opportunità economiche. Tutto questo è quanto emerge dall'ultimo Rapporto di Sostenibilità realizzato dal CONOU (Consorzio Nazionale Oli Usati), che rivela come nel 2023 siano state raccolte 183 mila tonnellate di olio usato, rigenerandone il 98% (180 mila tonnellate), contro una media europea del 61%. Dati dati, la rigenerazione ha permesso di risparmiare il 57% di CO2, l'81% di combustibili fossili, il 90% dell'impatto sulla qualità del suolo e il 94% dell'uso dell'acqua, contribuendo in modo significativo alla protezione dell'ambiente.
L’attività di rigenerazione riveste un ruolo fondamentale nel raggiungimento della piena circolarità dell’olio minerale in Italia e classifica il CONOU come eccellenza Europea. Per poter avviare a rigenerazione l’olio è importante attestarne gli standard di qualità. Gli Standard di Qualità dell’olio usato, infatti, sono dei parametri (in vigore dal 1996 così come stabilito dalle tabelle del DM 392/96) che stabiliscono se effettivamente il rifiuto sia destinabile a rigenerazione, a combustione, oppure, a termodistruzione. Attraverso le direttive Europee del 2008 e 2018, il Consorzio Nazionale Oli Minerali Usati ha ampliato il proprio ruolo di selezione dell'olio usato, assumendosi la responsabilità di indirizzare prioritariamente l'olio usato verso la rigenerazione, a condizione che soddisfi i requisiti di qualità previsti dalle norme e che sia compatibile con il funzionamento degli impianti.
Il monitoraggio e la filtrazione attiva del fluido idraulico ne allungano la vita utile, aiutando così a ridurre i costi di impianto e a diminuire l’impatto relativo allo smaltimento dell’olio esausto. Vai all'articolo Sensoristica e sistemi di dewatering per controllo da remoto e manutenzione predittiva: le soluzioni HYDAC per scoprire come vigilare e preservare lo stato dell'olio.
In conclusione, la gestione dei rifiuti e la rigenerazione degli oli rappresentano due pilastri fondamentali per promuovere un'economia circolare e sostenibile. Investire nella gestione responsabile dei rifiuti è una scelta strategica da perseguire per un futuro migliore, in cui la sostenibilità sia al centro delle attività produttive e la gestione dei rifiuti diventi un'opportunità di crescita e innovazione.
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In collaborazione con Digital Dictionary
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