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Olio esausto: la normativa per un corretto smaltimento


Olio esausto: la normativa per un corretto smaltimento

Posted by Redazione on 14/09/2023

L'olio esausto è considerato un rifiuto pericoloso, perché se smaltito in modo sbagliato può trasformarsi in un potente inquinante: un solo litro d’olio sversato nell’ambiente può inquinare un milione di litri d’acqua. La pellicola impermeabile che si forma in superficie diventa una barriera per l’ossigeno necessario alla sopravvivenza della flora e della fauna marina, fluviale e lacustre. Tuttavia, nel mondo industriale se l'olio idraulico usato è trattato nel modo adeguato, diventa un’importante risorsa economica perché può essere rigenerato con caratteristiche molto simili a quelle del lubrificante da cui deriva.

 

È dovere specifico di tutte le imprese salvaguardare l’ambiente, soprattutto oggi che il pianeta ci sta dando degli avvertimenti importanti. La sostenibilità ambientale, dunque, contempla anche un corretto uso e smaltimento degli oli industriali esausti, a vantaggio anche dell'impianto produttivo (per un approfondimento su questo tema, si veda anche l'articolo "Sostenibilità d'impresa: parola all'esperto"). 

Quali sono le procedure per lo smaltimento dell'olio esausto? Qual è la normativa in atto, in riferimento all'olio industriale usato? Ne parliamo in questo articolo.

 

Sostenibilità d'impianto HYDAC

 

Olio esausto industriale: che cosa è

L'olio esausto è generalmente definito come qualsiasi tipo di olio sintetico che non può più svolgere le funzioni previste. Gli oli vengono utilizzati per una varietà di processi industriali e di produzione dalla lubrificazione all'idraulica, dalla galleggiabilità al trasferimento di calore. Nelle diverse fasi di utilizzo di questi processi, spesso si verifica una rottura termica, contaminanti e detriti come segatura, sporco, polvere, trucioli di metallo e sale si accumulano gradualmente negli oli: l'olio perde così le sue caratteristiche di biodegrabilità ed organicità.

Come anticipato a monte di questo articolo, lo smaltimento dell'olio esausto è una delle criticità maggiori connesse all'utilizzo in ambito industriale: infatti lo smaltimento degli oli esausti se non attuato correttamente può provocare gravi danni all'ecosistema in cui viviamo. Cerchiamo di spiegarlo meglio: l'olio esausto smaltito in modo inappropriato rappresenta un pericolo per l'ambiente perché se sversato nei terreni o nei corsi d'acqua contamina le falde acquifere e ne causa una devastazione degli ecosistemi naturali sia vicini che lontani dal luogo della fuoriuscita.

 

Olio industriale esausto: la normativa

Il Decreto legislativo 27 gennaio 1992 n. 95 “Norme relative alla eliminazione degli oli usati” è la fonte normativa principale per la raccolta e lo smaltimento degli oli esausti sia di natura privata che industriale. Nello specifico, l’articolo 6, comma 1 recita:

“Le imprese industriali che producono oli usati e coloro che nel corso dell’anno detengono a qualsiasi titolo una quantità superiore a 300 litri annui di oli usati sono obbligati a:

  1. stivare gli oli usati in modo idoneo ad evitare qualsiasi commistione tra emulsioni ed oli propriamente detti ovvero qualsiasi dispersione o contaminazione degli stessi con altre sostanze;
  2. non miscelare gli oli usati con le sostanze tossiche o nocive di cui all’allegato al decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982, n. 915, sue modificazioni ed integrazioni;
  3. cedere e trasferire tutti gli oli usati detenuti al Consorzio obbligatorio degli oli usati (oggi Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati) direttamente ovvero ad imprese autorizzate alla raccolta e/o alla eliminazione, comunicando al cessionario tutti i dati relativi all’origine ed ai pregressi utilizzi degli oli usati;
  4. rimborsare al cessionario gli oneri inerenti e connessi all’eliminazione delle singole miscele oleose, degli oli usati non suscettibili di essere trattati e degli oli contaminati.”

Olio esausto industriale: i divieti 

L’articolo 3, invece, identifica i divieti a cui i detentori di olii industriali sono sottoposti:

Gli oli usati debbono essere eliminati evitando danni alla salute e all'ambiente. Sono vietati: 

a) qualsiasi scarico degli  oli usati nelle acque interne di superficie, nelle acque sotterranee, nelle acque marine territoriali e nelle canalizzazioni;

 

b) qualsiasi deposito e/o scarico di oli usati che abbia effetti nocivi per il suolo, come pure qualsiasi  scarico incontrollato di residui risultati dal trattamento degli olii usati;

 

c) qualsiasi trattamento di oli usati che provochi un inquinamento dell'aria superiore al livello fissato dalle disposizioni vigenti.

 

Smaltimento olio esausto industriale: come fare

 

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Per quanto riguarda lo smaltimento dell’olio usato, invece, la normativa dà queste indicazioni:

Gli oli usati raccolti debbono essere eliminati:

  1. in via prioritaria tramite rigenerazione tesa alla produzione di basi lubrificanti;
  2. nel caso in cui alla rigenerazione ostino effettivi vincoli di carattere tecnico, economico ed organizzativo, tramite combustione nel rispetto del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n.203, sue modifiche ed integrazioni (con le limitazioni specificate nell'allegato A del decreto);
  3. dove le alternative suddette non siano praticabili in ragione della natura dell'olio usato raccolto, tramite distruzione innocua o immagazzinamento o deposito permanente autorizzati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982, n. 915.

Infine, per quanto riguarda le sanzioni, la legge prevede che chiunque non osservi i divieti previsti dall'art. 3, comma 2, lettere a) e b), sia punito con l'arresto sino a due  anni o con l'ammenda da 2600 fino a 26mila Euro. 

Smaltimento olio esausto industriale: il ciclo di gestione

Il decreto suggerisce anche le linee guida per procedere all'appropriato smaltimento degli oli esausti. In particolare definisce per le diverse fasi di gestione degli oli esausti un soggetto incaricato, a seguire le fasi e i diversi soggetti coinvolti nel ciclo di gestione.

  • La raccolta: l’attività di raccolta riguarda il prelievo presso i produttori/detentori dell’olio e il primo stoccaggio nei depositi dei concessionari.
  • Lo stoccaggio: l’olio lubrificante usato, dopo il primo stoccaggio, viene conferito ai cinque depositi del Consorzio stesso (Reol a Milano, Viscolube a Lodi, Monticelli a Pavia, Viscolube a Frosinone e Ramoil Service a Napoli).
  • L’analisi e classificazione: una volta conferito al Consorzio presso uno dei cinque depositi di stoccaggio, l’olio lubrificante usato viene analizzato per determinare le caratteristiche qualitative e quindi il corretto canale di eliminazione.
  • I processi di eliminazione: In base alle caratteristiche qualitative dell’olio usato, il prodotto raccolto può essere sottoposto a rigenerazione, combustione, trattamento, termodistruzione.

 

In conclusione, il rispetto della normativa per il recupero e il corretto smaltimento degli oli usati è una pratica fondamentale per la salvaguardia ambientale e il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del proprio impianto.

È risaputo, infatti, che un buon trattamento dell’olio idraulico consente di allungare la vita utile dei prodotti, diventando infine un’utile materia prima secondaria, in accordo con il nuovo paradigma di economia circolare.

 

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