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Decarbonizzazione dei settori hard to abate: quali prospettive per le industrie?


Decarbonizzazione dei settori hard to abate: quali prospettive per le industrie?

Posted by Redazione on 04/01/2023

Nel corso del 2022 si è assistito a un vero e proprio squilibrio nel mercato energetico, con una crescita dei costi dell'energia e della CO2 conseguenti alla delicata questione del conflitto russo-ucraino. In questo panorama di riferimento, ci si è resi ancora più conto di quanto non essere sostenibili sia dispendioso e di come la transizione energetica sia diventata la strada da percorrere per tutte quelle realtà industriali che desiderano mantenere la propria competitività.

L'Italia, in quanto seconda potenza manifatturiera d'Europa, ha un tessuto industriale complesso formato prevalentemente da industrie quali acciaio, ceramica, chimica, vetro e cemento, realtà con processi produttivi altamente inquinanti. Si attesta che il 63% delle emissioni nazionali derivino proprio da questi comparti che, nei loro processi produttivi, impiegano calore ad elevata temperatura per il quale viene rilasciata una dose considerevole di CO2. Oggi più che mai la decarbonizzazione dell'industria pesante è necessaria per raggiungere gli obiettivi della Cop21 e gli impegni, sulla diminuzione della temperatura globale di 1,5°C, presi alla Conferenza di Glasgow. É nata così un'alleanza tra le principali associazioni industriali italiane che mira proprio alla decarbonizzazione dei settori Hard to abate. Si tratta dell'Industrial Decarbonization Pact, un patto siglato per far fronte al cambiamento climatico e ridurre i gas serra dei settori energivori, promuovendo modelli di sviluppo sostenibili.

Di cosa si tratta? In questo articolo facciamo luce sull'Industrial Decarbonization Pact

 

Industria siderurgica in Italia: dati, prospettive, possibilità. Clicca sul bottone qui sotto per approfondire gli aspetti principali del settore. 

Industria siderurgica

 

Decarbonizzazione dei settori hard to abate: l'Industrial Decarbonization Pact

L’Industrial Decarbonization Pact è un’alleanza per ridurre le emissioni carboniche dell’industria italiana. Acciaio, Carta, Cemento, Ceramica, Chimica, Fonderie e Vetro, alcuni dei settori pilastro dell’economia nazionale, si sono uniti in uno sforzo comune per accelerare la transizione ecologica del Paese. L’impegno di decarbonizzazione si basa su un progetto strategico realizzato dal Boston Consulting Group e redatto da Interconnector Energy Italia, in collaborazione con le principali associazioni di categoria del sistema industriale nazionale: Assocarta, Assofond, Assovetro, Confindustria Ceramica, Federacciai, Federbeton e Federchimica.
Lo studio è stato presentato lo scorso novembre al Governo con l’intento di sottolineare che la decarbonizzazione degli energivori è uno sforzo improrogabile, necessario per la sopravvivenza dell’industria italiana di fronte ai crescenti costi dell’energia e della CO2. Il senso dell’alleanza è dare concretezza a piani e progetti di decarbonizzazione che vadano a tagliare drasticamente le emissioni emesse.

Nello studio realizzato dal Boston Consulting Group è stata elaborata una road map per cancellare l’impronta carbonica dei settori al 2050. Si tratta di un percorso con un obiettivo ambizioso che richiede l’impiego di 6 leve tecnologiche: in primis efficienza energetica, combustibili low carbon ed economia circolare, ai quali devono seguire l’elettrificazione dei processi produttivi (laddove possibile), l’utilizzo di idrogeno e biometano e la cattura, stoccaggio e riutilizzo di CO2
Sono queste le prospettive più promettenti per abbattere le emissioni, tutte ugualmente importanti, in quanto non ci si può basare su una soluzione univoca per apportare un cambiamento di questa portata nei settori industriali. È quanto è emerso anche nel discorso di presentazione di Marco Moretti, Managing Director e partner di Boston Consulting Group:

“Sono leve che andranno combinate e serviranno tutte, perché ci sono settori come il cemento o l’acciaio a ciclo integrato che non possono prescindere da leve quali la cattura della CO2. Sono leve che andranno ponderate dal punto di vista progettuale e di quello che realmente la tecnologia sarà in grado di fare”. 

In questo senso, non tutte le leve presentate nel progetto sono oggi pronte all’uso perché tecnologicamente ancora non mature, ma un loro concreto sviluppo nei prossimi anni potrà segnare la svolta. Un cambiamento di questo tipo dovrà derivare non solo dalla ricerca e sviluppo delle tecnologie, ma anche dalla riconversione del lavoro e degli impianti industriali attuali e dalla creazione di vere e proprie filiere "green". Al fine di rendere più chiari i next step sarà necessario definire una cornice regolatoria con precisi riferimenti normativi che possano facilitare l'applicazione delle leve della decarbonizzazione. 

 


In conclusione, ridurre le emissioni di gas serra dei settori Hard to abate, preservandone la competitività, è una missione fondamentale per accelerare la transizione ecologica del sistema industriale italiano, il quale necessita però di importanti azioni di sussidio per raggiungere gli obiettivi prefissi e tutelare la crescita economica. L'Italia sta facendo passi avanti in questa direzione, ma è necessario supportare le aziende con adeguati investimenti per la sperimentazione delle leve innovative. 

 

 

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