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Idrogeno Italia: il punto della situazione nel 2022

09/03/2022 da Redazione, pubblicato in Idrogeno, Power Generation

Idrogeno Italia: il punto della situazione nel 2022

Posted by Redazione on 09/03/2022

L’idrogeno in Italia è uno dei vettori sostenibili a cui si sta guardando con più interesse.

Esso rientra nei vettori energetici che, nella sua forma ‘verde’, rappresenta un modello di energia pulita, ed è l’unico combustibile infatti che brucia producendo vapore acqueo. Proprio per questa sua connotazione green, l’idrogeno è e sarà uno dei principali protagonisti della transizione energetica e delle energie rinnovabili da qui al 2050.

Le sue potenzialità sono riconosciute in primis dall’Unione Europea, che ha deciso di puntare su questo elemento per la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2050, presentando una strategia ad hoc nel 2020. Anche l’Italia ha intravisto il futuro dell’energia del Paese nell’idrogeno e, negli ultimi anni, non solo ha elaborato una strategia nazionale sull’idrogeno, ma ha dato avvio a una serie di investimenti importanti per lo sviluppo di una filiera italiana, stanziando 3.64 miliardi di euro.


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Transizione energerica

 

In questo articolo parliamo di:

Idrogeno Italia: lo stato dell'arte nel 2022

Fino ad oggi l’Italia non ha ancora messo in atto politiche concrete riguardanti una strategia ufficiale sull’idrogeno. Lo stato dell’arte attuale prevede le misure disposte dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso le linee guida pubblicate a fine 2020. Un passo avanti è stato fatto nell’aprile del 2021 con la pubblicazione del testo definitivo del PNRR, all’interno del quale la Missione 2 prevede un investimento di una ingente somma (pari circa a 3,7 miliardi di euro) dedicata a progetti riguardanti l’idrogeno.

L’Italia, allineandosi a quanto stabilito dalla strategia europea, intende impegnarsi attivamente per la produzione dell’idrogeno e il suo concreto utilizzo attraverso:

  • lo sviluppo di progetti flagship per l’utilizzo dell’idrogeno nei settori industriali hard-to-abate: rientrano in questa denominazione le industry quali la siderurgia, il vetro, la carta e il cemento;
  • la creazione di Hydrogen valley, riqualificando aree con siti industriali dismessi: la proposta consiste nell’installare elettrolizzatori in prossimità di siti industriali e distribuire l’idrogeno prodotto mediante sovra generazione da FER e/o impianti FER dedicati;
  • l’abilitazione all’utilizzo dell’idrogeno nel trasporto pesante e su determinate tratte ferroviarie non elettrificabili: in questo modo si potrebbe determinare una penetrazione dell’idrogeno intorno al 5-7% dei consumi finali in riferimento agli autocarri pesanti e alla creazione di 40 stazioni per il rifornimento. Al contempo si potranno prevedere progetti relativi alla conversione a idrogeno delle tratte ferroviarie italiane a diesel;
  • il supporto nella ricerca e sviluppo e il completamento delle riforme e regolamenti imprescindibili per consentire l’utilizzo, il trasporto e la distribuzione di idrogeno. In riferimento a questo punto sono previsti quattro filoni di ricerca:
  1. produzione di idrogeno verde;
  2. sviluppo di tecnologie per lo stoccaggio e il trasporto dell'idrogeno e per la trasformazione in altri derivati e combustibili verdi;
  3. sviluppo di celle a combustibile;
  4. miglioramento della resilienza delle attuali infrastrutture in caso di maggiore diffusione dell’idrogeno.

Per permettere agli operatori del settore di avere una visione chiara del contesto in cui si svilupperà il mercato dell’idrogeno in Italia, il MiSE dovrebbe definire chiaramente le linee guida che lo Stato italiano intende perseguire nei prossimi anni.

Per ora, le principali indicazioni per lo sviluppo del mercato dell’idrogeno prevedono di ottenere un 2% di penetrazione dell’idrogeno nella domanda energetica finale e una riduzione delle emissioni di CO2 pari al 8 mton entro il 2030.

Mercato idrogeno Italia

Prospettive sviluppo del mercato dell’idrogeno in Italia.
Fonte: Hydrogen Innovation Report 2021

 

Gli sviluppi dell'idrogeno in Italia: un esempio concreto

In quest’ottica, uno dei primi esempi in Italia è fornito da Snam, una delle principali società di infrastrutture energetiche ad aver scommesso sull’idrogeno introducendolo nelle proprie reti in via sperimentale. L’obiettivo di Snam mira al trasporto di gas totalmente decarbonizzato entro il 2050, nell’ottica di contribuire al rafforzamento del ruolo dell’Italia come hub europeo.

La società è partita nel 2019 con l’immissione di un mix di idrogeno al 5% e gas naturale nella propria rete di trasmissione a Contursi Terme, in provincia di Salerno. Il successo dell’esito della sperimentazione ha permesso la fornitura di H2NG (miscela idrogeno-gas) a due imprese industriali della zona per circa un mese.

 

Snam: i vantaggi dell’idrogeno nelle reti energetiche.

 

Oggi per Snam l’idrogeno ricopre un ruolo strategico, al punto da individuare opportunità di investimento fino a 23 miliardi di euro entro il 2030, con un focus su tre aree: reti, stoccaggi e progetti green integrati nei gas verdi (biometano e idrogeno).

In una prospettiva futura di transizione ecologica pervasiva, l’azienda ha anche dato vita a un accordo con Eni per i gasdotti che collegano l’Algeria all’Italia, per agevolare il trasporto dell’idrogeno verde prodotto in Nord Africa con il sole fino in Europa.

Tra i progetti avviati in questo campo rientrano anche i settori quali la siderurgia, il vetro e l’ambito aeroportuale. Insieme a Tenaris ed Edison, infatti, Snam si occupa dell’immissione di idrogeno verde in alcuni processi produttivi dell’acciaieria di Dalmine.

 

In conclusione, la strategia "Idrogeno Italia" è ancora aperta: attualmente il nostro Paese non ha ancora rilasciato un documento definitivo sulla Hydrogen Strategy nazionale. Ci sono buone prospettive di sviluppo, ma è necessario un coinvolgimento di tutti i possibili attori del settore industriale, mobile e civile attraverso regole, limitazioni e incentivi. 

 

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