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Siderurgia: qual è il futuro dell'industria?

22/07/2022 da Redazione, pubblicato in Industria siderurgica

Siderurgia: qual è il futuro dell'industria?

Posted by Redazione on 22/07/2022

Il comparto industriale italiano è responsabile dell’emissione di circa 84 Mton di CO2 all’anno e rappresenta il 20% del totale delle emissioni del Paese. Di queste, circa il 64% sono riconducibili ai cosiddetti settori hard to abate, tra cui rientra l’industria siderurgica per la produzione di acciaio a ciclo integrato e acciaio da forno elettrico.
La siderurgia, ancora oggi, è un settore estremamente rilevante per il tessuto industriale nazionale, sia da un punto di vista economico e di sistema che occupazionale: conta infatti circa 70mila addetti ai lavori (diretti e indiretti).

Tuttavia, questo settore si trova a dover affrontare alcune sfide cruciali, che vedono in primis la necessità di intraprendere la strada verso la transizione ecologica e la decarbonizzazione della produzione, attraverso l’impiego di tecnologie e processi ecosostenibili.
In questo articolo facciamo luce sul futuro dell’industria siderurgica. 

Nello specifico parliamo di: 

Vuoi approfondire questo argomento? Clicca sul bottone qui sotto e scarica l'infografica dedicata a Industria siderurgica in Italia: dati, prospettive, possibilità.

Industria siderurgica

 

Siderurgia: verso la transizione ecologica?

Il comparto siderurgico e la metallurgia sono parte integrante del sistema produttivo industriale da almeno 150 anni. In questi ultimi anni il sistema siderurgico si trova a dover fronteggiare le conseguenze della crisi provocata dalla pandemia da Covid-19, che hanno portato all’aumento dei prezzi degli input (materie prime ed energia), ma non solo. Le attuali problematiche legate alla crisi ambientale e climatica pongono l’attenzione su un bisogno di accelerazione della transizione verso un futuro sostenibile anche per questo settore.
Le parole chiave per il futuro dell’acciaio sembrano essere “innovazione, sostenibilità e cooperazione”. La sostenibilità è il tema centrale sul quale gli operatori siderurgici europei devono concentrarsi mettendo in atto cambiamenti strutturali, poiché rappresenta uno dei presupposti per poter continuare a produrre acciaio.

Un cambio di rotta nell’ottica della sostenibilità è quindi necessario sia per rispondere agli obiettivi fissati dall’Unione Europea in termini di riduzione delle emissioni (obiettivo Net Zero entro il 2050), sia per mantenere alta la competitività della siderurgia italiana. Quello dell’acciaio può essere uno dei primi settori a creare prodotti ecologici e green purché siano presenti le giuste condizioni di contesto per attuare questa “rivoluzione”. In questo senso la cooperazione risulta cruciale: l’industria siderurgica europea dovrebbe attuare investimenti nella ricerca e nello sviluppo per ripensare i propri processi di produzione e introdurre strumenti per la razionalizzazione dei costi. Infine, un altro elemento imprescindibile in un’ottica di sostenibilità e cooperazione è l'innovazione. L’innovazione è fondamentale per trovare le soluzioni necessarie che possano rendere la produzione di acciaio più eco-compatibile, realizzare le riduzioni dei costi e la diversificazione dei prodotti per rimanere competitivi.
Industria siderurgica

Industria siderurgica: un esempio che guarda al futuro

In tema di decarbonizzazione e miglioramento dell’impronta ambientale un caso concreto è l’ambizioso progetto lanciato da Tenaris, Saipem e Siad. A inizio 2022 le tre società hanno sottoscritto un Memorandum of Understanding (MoU) per poter avviare la progettazione di un impianto di cattura di anidride carbonica (CCu) nello stabilimento di Tenaris a Dalmine, nella provincia bergamasca.

L’innovativo progetto prospetta la cattura di 30 tonnellate giornaliere di CO2

 prodotte direttamente dalla centrale termoelettrica dello stabilimento di Dalmine.
Il processo di cattura dell’anidride carbonica avverrà per mezzo di una rivoluzionaria tecnologia proprietaria di Saipem
CO2 Solutions, basata su un processo enzimatico che consentirà l’impiego di calore di scarto evitando così di ricorrere a sostanze tossiche che verrebbero impiegate in altri processi.
La
CO2 così raccolta verrà poi utilizzata da Siad, nello specifico nell’ambito dell’industria alimentare, nelle coltivazioni, nel trattamento delle acque, nella lavorazione dei metalli e anche come gas refrigerante a ridotto impatto ambientale.

Il recupero e un nuovo utilizzo dell’anidride carbonica raccolta contribuirà allo sviluppo di modello economico circolare, sempre più sostenibile.

 

In conclusione, l’Europa, che affonda le sue radici nella produzione di carbone e acciaio, troverà la strada per rilanciare la propria industria e la propria economia se saprà affrontare le sfide dei prossimi anni con determinazione: dalla riduzione della sovracapacità produttiva strutturale, all’aumento dei costi legati ai permessi di vendita della CO2, fino ad ingenti investimenti per decarbonizzare l’industria siderurgica nel medio-lungo termine.

 

 

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