Lo Zero Emissions Day nasce in Canada, dove viene proposto per la prima volta il 21 settembre 2008 da un attivista di nome Ken Wallace. Lanciata con lo slogan "giving our Planet a day off a year" (tradotto: dando al nostro pianeta un giorno di pausa all’anno).
Questa iniziativa si è rapidamente trasformata in un movimento globale con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi conseguenze legate alle emissioni di combustibili fossili. Ci vorrà quasi un decennio prima che l'iniziativa inizi a diffondersi, ma dal 2017 se ne parla ormai a livello globale.
Lo scopo è proprio sensibilizzare sull’urgenza di ridurre le emissioni di anidride carbonica, un passo essenziale per contenere l’aumento della temperatura terrestre entro il limite critico di 1,5 °C, che come sappiamo, se superata questa soglia, gli effetti del cambiamento climatico potrebbero diventare irreversibili.
Lo Zero Emissions Day, oltre a essere una giornata simbolica, è un’occasione per sensibilizzare gli operatori industriali sull’importanza di ridurre le emissioni attraverso tecnologie e processi più efficienti, fatti di scelte quotidiane, investimenti mirati e innovazione industriale. Per le imprese è anche un’opportunità per rivedere le proprie logiche operative in ottica di transizione energetica, ottimizzando i consumi e posizionandosi in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità.
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In questo articolo parleremo di:

La neutralità climatica implica l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra, riducendo al minimo quelle prodotte e compensando le residue tramite interventi come la riforestazione o tecnologie di cattura del carbonio. Si tratta di un concetto più ampio rispetto alla “carbon neutrality”, che si concentra esclusivamente sulla CO2, perchè include tutti i principali gas a effetto serra.
L’Unione Europea intende raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, per farlo ha predisposto un taglio del 55% delle emissioni entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Si tratta di una trasformazione strutturale che coinvolge tutti i settori produttivi: dall’energia all’industria manifatturiera, dai trasporti all’agricoltura.
Per quanto riguarda il mondo industriale - e come ricorda lo Zero Emissions Day - questa transizione implica una revisione profonda degli impianti, dei processi e delle tecnologie, con un duplice obiettivo: aumentare l’efficienza energetica e ridurre drasticamente le emissioni dirette e indirette, sfruttando al meglio l’economia circolare e facendo un uso intelligente delle risorse.

Per anni, l’impegno ambientale, sociale e di governance delle aziende è stato lasciato alla libera iniziativa delle singole organizzazioni. Ognuna decideva come raccontare le proprie azioni, scegliendo in autonomia linguaggi, parametri e metodi di comunicazione.
Il risultato? Una grande varietà di approcci che rendeva impossibile confrontare in modo oggettivo le performance tra aziende diverse.
È qui che entrano in gioco i criteri ESG (Environmental, Social, Governance): un insieme di standard condivisi che permettono di misurare in modo preciso e trasparente l’impatto ambientale, sociale e gestionale di un’impresa.
Grazie agli ESG, oggi è possibile valutare e confrontare le aziende su basi comuni, favorendo maggiore chiarezza, responsabilità e fiducia, sia per gli investitori che per i consumatori.

L’adozione della Strategia dell’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile, avvenuta nel 2011 a Göteborg (Svezia), è stata di vitale importanza per quanto riguarda l’integrazione delle politiche economiche, sociali e ambientali in un piano di sviluppo a lungo termine, ossia della transizione energetica stessa.
Questo ha permesso di definire misure che tengono conto di tutte le tre dimensioni della sostenibilità, vediamo quali sono:
Questa visione integrata delle tre dimensioni dello sviluppo è diventata un punto fermo anche a livello istituzionale, trovando piena espressione nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Ogni aspetto dello sviluppo sostenibile, ovvero l’attenzione ai bisogni del presente senza compromettere quelli delle future generazioni, è uno dei cavalli di battaglia dello Zero Emissions Day.
In questo senso, lo Zero Emissions Day è anche un’occasione per le industrie consapevoli di fare il punto sul proprio posizionamento e misurare i progressi rispetto agli obiettivi di sostenibilità.

Per concludere, lo Zero Emissions Day è davvero più di un evento o di una giornata simbolo, è piuttosto un’opportunità concreta per interrogarsi sul cosa si stia facendo e cambiare rotta se necessario. Per il mondo industriale significa possibilità di innovare, differenziarsi e abbracciare l’inevitabile cambiamento verso un modello produttivo più sostenibile. Essere oggi degli operatori industriali consapevoli equivale ad affrontare ogni decisione - dall’investimento tecnologico alla scelta di un fornitore - con una visione orientata al lungo termine, in linea con il Green Deal.
Alla fine ogni giorno può essere, nel suo piccolo, uno Zero Emissions Day.
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