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Filiera industriale: quale futuro?

09/12/2021 da Redazione, pubblicato in Sostenibilità d'impianto

Filiera industriale: quale futuro?

Posted by Redazione on 09/12/2021

L'emergenza Covid ha di fatto messo in stand-by molti progetti della filiera industriale, ma negli ultimi mesi le attività nel settore dell’Oil&Gas hanno visto una graduale ritorno alla situazione pre-pandemica; sono riprese le attività di perforazione, e a questo dovrebbe seguire un’azione di ripresa dell'upstream e del downstream.

Il momento attuale è di grande crescita, grazie alle aziende che hanno mantenuto la posizione sul mercato anche in emergenza e agli aiuti emessi: la ripresa dell'Italia nel settore appare addirittura migliore di quella di altri Paesi concorrenti, la crescita in Italia è stimata al +4,2%, in Lombardia al +9%, il settore impiantistico misura circa +6,2%.

Nell'articolo "Impiantistica industriale: i 10 trend per il futuro della filiera" abbiamo raccontato i trend del settore che esploravano lo scenario atteso nel 2021; in questo articolo, andremo ad offrire una panoramica aggiornata in merito ai principali punti trattati nel Convegno ANIMP.

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Transizione energerica

 

Le incognite della ripresa per la filiera industriale

È opinione diffusa che si sia in piena ripresa e si stia vivendo una stagione di ottimismo, oltre a questo il post-Covid è caratterizzato da un andamento che riprende quello degli anni 2015-2018;  è difficile però, fare previsioni sulla profondità e le reali tempistiche delle trasformazioni in atto.

Quanto gli obiettivi messi nel PNRR coincideranno con la realtà? Gli investimenti stanno virando verso il green, ma gli analisti sono molto cauti sulla reale portata della trasformazione benché le auto elettriche siano una realtà e avranno un impatto, l'idrogeno lo sarà forse tra dieci anni, le rinnovabili crescano e le aziende produttrici di energia stiano cercando un riposizionamento verde (qualcuna in modo cauto, qualcuna in modo più marcato).  A seguire riepiloghiamo i principali aspetti emersi dal Convegno ANIMP e su cui gravitano le incognite della filiera industriale.

  • Se da un lato gli investimenti per un’economia green stanno crescendo molto, dall'altro la maggioranza delle aziende si trova ancora in una fase prototipale dei progetti. Oltre a questo, occorre tener presente che circa metà delle tecnologie necessarie alla trasformazione reale devono ancora essere industrializzate, devono uscire dai laboratori, e diversi player sono reticenti a svilupparle perché non vi è chiarezza sulle richieste e le necessità dei prossimi dieci anni. Un esempio per tutti: la richiesta di litio è attesa in aumento del 40%, capire come produrlo è una grande sfida.
  • Anche sulle fonti tradizionali non vi è uniformità tra gli studi di prospettiva: secondo alcuni la richiesta di petrolio diminuirà, e anche di parecchio, causando una rivoluzione nell'industria, altri esperti ritengono invece che seguirà la crescita della domanda di energia e quindi sarà anch'essa destinata ad aumentare.
  • L'adozione dell' e-mobility vede un andamento discontinuo e localizzato solo nel "mondo industrializzato". Le auto elettriche sono una realtà, e in molti Paesi Europei ormai la maggioranza delle vendite - e per questo scenario Tesla è stata veramente un elemento disruptive - ma al contrario, nei Paesi in via di sviluppo il tempo di transizione sarà molto lungo.
  • La produzione di LNG è attesa in crescita continua, questo soprattutto alimenterà la grande sfida delle infrastrutture per la distribuzione capillare; il prezzo del gas però è tutt’altro che stabile ed è recentemente aumentato molto, in parte per via di condizioni climatiche, in parte perché non tutta la produzione è ripartita, in parte per motivazioni politiche. Il gas dovrebbe comunque essere il combustibile di accompagnamento per la transizione ecologica.

incognite filiera industriale

Economia dell'idrogeno? Ecco a che punto siamo.

Siamo pronti per l'economia dell’idrogeno? È una tecnologia promettente e ragionevolmente alimenta speranze, nelle prospettive futuri i costi dovrebbero scendere. Probabilmente, i primi settore ad adottarlo saranno quelli dell’industria pensante, dei trasporti come i treni e i mezzi pesanti laddove l’enorme elettrificazione richiesta non è pensabile o conveniente. L’Europa ci crede e vuole creare un'industria locale che produca idrogeno e la utilizzi localmente, le “hydrogen valleys”.

Se l’idrogeno verde sembra ancora lontano, una chiave per l'uso a breve è l’idrogeno blu, per il quale è necessario il sequestro della CO2; moltissimi progetti sono in sviluppo con l’obiettivo di avviarsi nel 2027. Il treno a idrogeno sarà una realtà a breve, l'auto uno sviluppo promettente, e Airbus sta studiando l'aereo a idrogeno; il problema anche in questo caso sarà lo sviluppo delle infrastrutture, per cui serve il supporto di una visione politica.

Cosa concludere allora? La transizione in energetica è iniziata ed è molto promettente, pur con tutte le cautele del caso.

 

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