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Mercato dell’energia: i principali trend in atto

01/03/2023 da Redazione, pubblicato in Power Generation

Mercato dell’energia: i principali trend in atto

Posted by Redazione on 01/03/2023

I prezzi dell’energia hanno un impatto significativo sui costi industriali, sulla competitività delle imprese e, di conseguenza, anche sulla spesa delle famiglie. In un mercato liberalizzato e volatile come quello odierno, il monitoraggio dei prezzi è cruciale per gli analisti e per le imprese stesse.

Riportiamo a seguire alcune considerazioni emerse tra gli addetti ai lavori sulla tematica energetica, con un focus sui principali trend in atto per il mercato dell'energia. 

 

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Indice:

 

Mercato dell’energia: cosa sta accadendo 

Ecco alcune delle evidenze più importanti: 

  • i prezzi spot del 2022 in media mensile sono stati in rialzo a dicembre, dopo la flessione di ottobre-novembre: il PUN (Prezzo Unico Nazionale) di dicembre si attestava a 295 €/MWh (a novembre era 225 €/MWh), per il gas il TTF (Title Transfer Facility) di dicembre era 124 cent€/smc (a novembre era 96 cent€/smc). In media annuale, nel 2022 si è registrato un PUN di 304 €/MWh (nel 2021 era 125 €/MWh), per il gas il TTF era di 131 cent€/smc (nel 2021 era di 49 cent€/smc);
  • nonostante oltre il 50% del gas importato in Italia sia regolato da contratti di importazione di lungo periodo, quindi meno influenzati dalle dinamiche dei mercati spot, nel meccanismo di formazione dei prezzi energetici sono stati recepiti solo riferimenti spot indicizzati agli hub TTF e/o PSV (Punto di Scambio Virtuale); 
  • una forte debolezza della domanda di gas industriale (oltre -20% anno su anno negli ultimi 3 mesi) e abbondanti flussi di GNL hanno compensato la quasi sparizione dei flussi di gas russo verso l’Europa, ormai senza la rotta baltica (NS1, Nord Stream 1) ridotti a circa 60 milioni mc/giorno (di cui 30 milioni di mc/giorno via Ucraina e altrettanti via Turkstream), cioè -270 milioni mc/giorno (-80%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; 
  • i prezzi futures del 2023 sono sull’altalena: i minimi del periodo sono stati raggiunti intorno a metà novembre, poi c’è stato un rimbalzo per l’arrivo dell’inverno e del freddo, nonché crescenti incertezze sull’offerta gas/energia del 2023, e poi di nuovo una significativa discesa nelle prime settimane di gennaio, che ha riportato i prezzi ai valori ante conflitto in Ucraina. 

scenario mercato dellenergia

 

Mercato dell’energia: la domanda Italia-UE

Nel 2022 in Europa si è osservata una generalizzata flessione della domanda di energia rispetto al 2021, con una forte contrazione a partire da agosto in risposta al caro prezzi. In particolare, la domanda del 2022 a confronto con il 2021 è scesa dell’1% in Italia, del 5% in Francia e del 2% in Germania. 

Nel 2022 la produzione delle fonti rinnovabili in Italia ha toccato il minimo pluriennale, con un contributo pari al 29% della produzione nazionale (rispetto ad esempio al 35% del 2021 e al 37% del 2020). In particolare, si è osservata una forte riduzione della produzione idroelettrica (-33% vs 2021), causata da un’accentuata scarsità di piogge. La parte restante del fabbisogno è stata soddisfatta tramite produzione termoelettrica per circa il 57% del fabbisogno, soprattutto gas al 49% (che è la fonte marginale, cioè quella che “fissa il prezzo marginale” nel parco di produzione nazionale), carbone al 7% e import da estero per circa il 14% (soprattutto  da Svizzera, Francia e Slovenia). 

 

Mercato dell’energia: il flusso di gas dalla Russia

Il principale entry point del gas russo in Europa nel 2022 è stato attraverso Nord Stream 1. Fino a giugno 2022, i flussi gas via NS1 sono rimasti pressoché regolari e prossimi alla portata massima del gasdotto (160 milioni mc/giorno). Da 14 giugno c’è stata la prima riduzione dei flussi gas, -60%, quindi circa 60 milioni mc/giorno. Dal 27 luglio è avvenuta la seconda riduzione dei flussi gas, dimezzati a circa 30 milioni di mc/giorno: il gasdotto è stato utilizzato al 20% della portata massima. Dal 31 agosto c’è stato lo stop totale ai flussi di gas russo attraverso NS1 “a tempo indefinito”. Complessivamente, sommando i 2 gasdotti ancora attivi nella rotta Ucraina e TurkStream, i flussi dalla Russia all’EU attuali arrivano a circa 60 milioni mc/giorno, rispetto ad una media di 250 milioni mc/giorno nel periodo marzo-maggio 2022 (330 milioni mc/giorno nello stesso periodo del 2021). 

 

mercato dellenergia 2023-gasdotto

In Italia, il minor import di gas russo via Tarvisio è stato coperto dalla salita dei flussi dall’Algeria via Mazara, dal TAP, dal Nord Europa via Passo Gries e dal GNL. Nel 2022 il gas algerino è la prima fonte dell’import nazionale, salito dal 30% del 2021 al 34%, che ha scavalcato il gas russo in forte discesa dal 39% del 2021 al 16%). La proiezione sull’intero 2022 è quindi di una caduta dell’import di gas russo di oltre 17 miliardi di metri cubi rispetto ai 28 miliardi di metri cubi del 2021.

Allo stesso tempo, nel 2022 la domanda gas in Italia è stata deciso calo rispetto al 2021 (-9,5%), per tre motivi principali:

  • la caduta della domanda industriale, che ha subito l’impatto del caro energia (-14%); 
  • la caduta della domanda civile (-13,5%)
  • la caduta della richiesta del termoelettrico (-2%)

 

Gli interventi per mitigare l’impatto del caro-energia

Nel 2022 in Italia, per calmierare l’incremento del prezzo dell’energia per i clienti finali (famiglie e imprese, in particolare le famiglie più vulnerabili e le imprese più esposte al rischio di concorrenza da fuori EU) sono state introdotte misure quali: 

  • azzeramento degli oneri generali di sistema sui consumi di energia elettrica (limitato alle utenze con potenza inferiore a 16,5 kw per il primo trimestre e successivamente esteso senza limiti di potenza); 
  • riduzione degli oneri generali di sistema sia per l’energia elettrica, sia per il gas. Il costo complessivo della misura di riduzione degli oneri è stato di circa 9 miliardi di euro; 
  • crediti d’imposta sulle spese sostenute per l’acquisto della materia prima elettrica (dal 20% per gli “energivori” per il 1°trimestre, al 40% per gli “energivori” e 30% per i “non energivori” nel 4° trimestre). Il costo complessivo della misura di riconoscimento dei crediti d’imposta sui consumi di energia elettrica è stato di circa 11,5 miliardi di euro; 
  • crediti d’imposta sulle spese sostenute per l’acquisto della materia gas (dal 10% per i “gasivori” per il 1°trimestre, al 40% per “gasivori” e “non gasivori” nel 4° trimestre). Il costo complessivo della misura di riconoscimento dei crediti d’imposta sui consumi di gas è stato di circa 8,9 miliardi di euro
  • riduzione al 5% dell’IVA applicata sui consumi di gas metano per usi civili ed industriali. 

Mercato dellenergia - intervento europeo     

Mercato dell’energia: lo scenario per il 2023

I provvedimenti più importanti da tenere a mente sono: 

  • Energy Release: la cessione da parte del GSE a prezzo calmierato dell’energia prodotta da impianti rinnovabili incentivati ai clienti finali industriali più esposti ai costi dell’energia (i cosiddetti “clienti finali prioritari”). Sono stati complessivamente assegnati per il 2023 circa 16 TWh ad un prezzo di 210 euro/MWh, che era congruo al momento della pubblicazione del Decreto (settembre 2022).  Attualmente è in atto un confronto tra Confindustria, Ministero e GSE per ridurre tale valore a seguito del calo dei valori di mercato, e abbinare all’energia le garanzie d’origine associate alla produzione da fonte rinnovabile. 
  • Gas Release: misura per il rafforzamento della sicurezza di approvvigionamento di gas naturale a prezzi equi, che prevede un potenziamento dell’estrazione di gas da giacimenti nazionali abbinata alla possibilità per i consumatori “gasivori” di sottoscrivere contratti di approvvigionamento di gas metano di medio periodo a prezzo equo. Si attende la pubblicazione da parte del Ministero dei Decreti attuativi che definiscano quantitativi e prezzi di cessione. 
  • In data 29/12/22 è stato pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge di Bilancio 2023, nella quale sono destinati circa 21 miliardi di euro alle misure contro il caro-energia. I principali provvedimenti che riguardano i costi energetici per il settore industriale sono i seguenti: 

- riduzione per il 1° trimestre degli oneri generali di sistema sull’energia elettrica (azzeramento solo per utenze in bassa tensione con potenza <16,5 kW) ed azzeramento degli oneri generali gas. Costo ipotizzato per il 1° trimestre: 1,5 miliardi di euro;

- proroga della riduzione IVA, applicata sui consumi di gas metano; 

- proroga con aumento aliquote dei crediti d’imposta per l’efficienza energetica per il Q1-23: per le imprese “non energivore” l’aliquota è del 35%, per le imprese “energivore” l’aliquota è del 45%. Costo ipotizzato per il 1° trimestre: 5,4 miliardi di euro;

- proroga con aumento aliquote dei crediti d’imposta sul gas per il Q1-23: per le imprese sia “gasivore” che non “non gasivore” l’aliquota è al 45%. Costo ipotizzato per il 1° trimestre: 4,4 miliardi di euro.

 

In conclusione, l'Unione europea sta affrontando un forte aumento dei prezzi dell'energia. Una considerazione comune tra gli addetti ai lavori riguarda il fatto che le conseguenze della crisi energetica e del conflitto ucraino porteranno ad una accelerazione nel percorso di decarbonizzazione europeo: aumentare la quota FER (Fonti Energia Rinnovabile) è la chiave per ridurre strutturalmente nel lungo periodo le criticità di sicurezza ed economicità dell’energia in Europa. Ovviamente, tale transizione dovrà essere accompagnata da una gestione in sicurezza dei sistemi energetici, principalmente basata sull’adeguatezza degli approvvigionamenti di gas metano. 

 

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