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Manutenzione e revamping degli impianti Oil&Gas: tra digitalizzazione e sostenibilità

23/04/2019 da Redazione, pubblicato in Oil&Gas

Manutenzione e revamping degli impianti Oil&Gas: tra digitalizzazione e sostenibilità

Posted by Redazione on 23/04/2019

La tematica del revamping e del ricondizionamento degli impianti esistenti nel settore Oil&Gas è molto sentita dai costruttori, che spesso devono apportare cambiamenti e modifiche a strutture già presenti sul territorio, in conformità alle normative del comparto.

 

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Questa tipologia di interventi, però, è sempre più incentrata sulla digitalizzazione, il controllo da remoto e la sostenibilità dei processi. Ne abbiamo discusso con l’Ing. Giuseppe Ferrari, Tecnichal Manager di HYDAC S.p.A. Continua a leggere per scoprire l’intervista completa.

 

1. In ambito Oil&Gas il funzionamento del main equipment è fortemente influenzato da parametri di natura chimico-fisica come usura, sollecitazioni termiche, pressione, corrosione e così via. Come possono intervenire, in questo senso, la digitalizzazione e il controllo da remoto? 

Il mercato Oil&Gas, a detta di alcuni suoi operatori, può apparire più conservativo di altri in merito all’adozione delle nuove tecnologie, soprattutto per il controllo degli apparati tradizionali o meno critici. Se è innegabile che i controlli di natura fisica o di stato siano già oggi più che normali per evitare la depletion degli impianti, sugli ausiliari si può ancora fare molto. La strada è già tracciata e si arriverà anche in questo settore a pratiche di manutenzione e controllo remoto per tutte le componenti dell’impianto (puoi approfondire l’argomento al link “Oil&Gas e controllo da remoto: un’opportunità 4.0”, N.d.R.).

E non solo: la digitalizzazione del comparto avrà ripercussioni ben più ampie del solo controllo tecnico, andando a influenzare direttamente l’intera catena del valore in modi che oggi possiamo solo ipotizzare. Ad esempio, mi riferisco ai rapporti tra i team di Vendor e Buyer e certamente alla gestione documentale e di specifica – sempre più un fattore chiave quando si opera in questo mercato.

 

2. Soluzioni sicure ed efficaci: il modello di rental è in crescita. Cosa ne pensa? 

Le Oil company stanno sempre più apprezzando il modello del rental, o per meglio dire l’acquisto non di un asset ma di un servizio di cui il prodotto è solo il vettore fisico: un metodo già praticato da molti costruttori di package e strumenti (penso ad esempio a compressori, generatori e altri ausiliari) e che non tarderà ad avere seguito.

Questo approccio piace agli utilizzatori perché semplifica la gestione finanziaria, ma è apprezzato anche dai costruttori, che possono così mantenere il monitoraggio profondo del loro prodotto e la gestione dei dati di campo, e quindi non devono cedere troppe informazioni tecnologiche o know-how in merito all’interpretazione degli stessi. Una tematica, questa, che si può prevedere diventerà sempre più sostanziale man mano che crescerà la disponibilità di dati e di algoritmi di analisi.

 

3. Digitalizzazione e controllo da remoto: che benefici apportano al down-time? 

Il down-time degli impianti costa all’industria dell’Oil&Gas svariati miliardi di dollari l’anno; va da sé che l’aumento dell’efficienza e la riduzione dei tempi di non produzione siano tra gli obiettivi primari che vengono posti ai subfornitori, ed è innegabile che si possano conseguire principalmente attraverso una corretta manutenzione predittiva degli impianti di produzione e dei loro sottosistemi.

La digitalizzazione e il controllo remoto delle attività manutentive, poi, offrono il vantaggio di fornire risposte più immediate e puntuali e di permettere programmazioni di intervento più agevoli. Questo ha un grande impatto in quegli impianti che non sono monitorati continuativamente.


4. Per quanto riguarda il Life Cycle Cost Management degli impianti Oil&Gas, in che modo manutenzione e controllo da remoto possono rappresentare una possibilità di sostenibilità?

La manutenzione è strettamente correlata alla sostenibilità.
L’economia circolare si basa su tre pilastri: il riciclo, il riuso e l’allungamento della vita utile dei prodotti, e quest’ultimo si realizza appunto con opportune attività manutentive su impianti e componenti.

Per noi di HYDAC che ci occupiamo di impianti oleodinamici, però, vi è un aspetto più “nascosto”, ma non meno importante: l’olio idraulico può essere ampiamente riciclato (fino anche al 98%), e trasformato in nuove basi lubrificanti, ma per questo deve rimanere entro degli standard minimi di qualità. Per questa ragione deve essere sostituito quando ha ormai perso le sue proprietà industriali ma prima che sia completamente deteriorato. Poi, potrà essere termodistrutto, con i conseguenti costi economici e ambientali.

Anche il fluido idraulico, quindi, al pari di ogni altro componente e impianto deve essere correttamente monitorato e mantenuto, e in questo senso predittività e controllo continuo consentono di gestire al meglio le attività (per un approfondimento su questo tema si veda l’articolo “Fluid care: come quando e perché”, N.d.R.).

 

5. Ha qualche consiglio da dare a chi ci legge su come sviluppare al meglio la manutenzione dei propri impianti nel settore Oil&Gas?

Mi permetto di ricordare che non bisogna mai trascurare il controllo e la manutenzione del fluido degli impianti oleodinamici, poiché sappiamo che il deterioramento del fluido idraulico è responsabile della gran parte dei guasti. E come è noto, una failure anche in un sistema ausiliario può portare un costoso downtime.

 

Grazie all’Ing. Giuseppe Ferrari per aver condiviso il suo pensiero in merito alla manutenzione e al revamping degli impianti Oil&Gas secondo i principi di digitalizzazione e sostenibilità.

Se sei interessato ad approfondire il tema, scopri a quali certificazioni devono sottostare le apparecchiature di questo settore: clicca il link e ottieni la nostra mappa aggiornata!

 

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