REPowerEU è un piano di riqualificazione energetica che è stato lanciato nel maggio 2022, quando l’Unione Europea ha scelto di affrontare la crisi energetica e climatica con una strategia comune.
L’obiettivo è sostanzialmente quello di ridurre in maniera drastica la nostra dipendenza dai combustibili fossili, e accelerare la transizione verso un sistema energetico più pulito. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
Nello specifico in questo articolo approfondiremo:
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Il contesto che ha dato vita a REPowerEU deriva dallo scontro tra Russia e Ucraina.
A seguito delle forti tensioni e della volatilità del mercato energetico - l’Europa si è trovata esposta a un rischio concreto, e la sua storica dipendenza dal gas e dal petrolio straniero (in particolar modo russo) ha mostrato tutta la sua fragilità.
Da qui la necessità di agire su più fronti:
Più semplice a dirsi che a farsi, REPowerEU è chiaramente un piano strutturale a lungo termine, che si inserisce nel contesto del Green Deal europeo: la strategia dell'Unione per sostenere la transizione verso l'energia pulita.
Nel quadro di Next Generation EU i Paesi europei stanno aggiornando i propri Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) con capitoli dedicati al REPowerEU, per finanziare investimenti e riforme fondamentali alla transizione energetica.
Tra gli obiettivi primari spiccano i risparmi energetici, la diversificazione degli approvvigionamenti energetici e una diffusione più rapida delle energie rinnovabili.
Gli Stati membri devono garantire coerenza tra le nuove misure e quelle già finanziate con altri fondi europei o nazionali. Dal febbraio 2022 sono partite infatti le nuove riforme, con la possibilità di richiedere un prefinanziamento fino al 20% delle risorse stanziate.
Principalmente grazie al dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), uno strumento temporaneo che è al centro di NextGenerationEU.
Funziona così: la Commissione Europea raccoglie i fondi prendendo prestiti sui mercati finanziari, emettendo obbligazioni a nome dell’UE. Questi soldi vengono poi distribuiti agli Stati membri, che li usano per realizzare riforme e investimenti.
Quindi i capitoli dedicati al piano REPowerEU sono finanziati dai prestiti rimanenti, che ammontano nello specifico ammontano a 225 miliardi di euro.
A questi si aggiungono fino a 20 miliardi in sovvenzioni, provenienti in parte dal Fondo per l’Innovazione e in parte dalla vendita di quote del sistema ETS, il mercato europeo delle emissioni.
Da quanto riportato sopra si evince che la sfida posta dal piano strategico REPowerEU non è per niente semplice, ma è senza dubbi molto chiara: costruire un sistema energetico europeo indipendente dalla Russia, capace di affrontare le crisi senza rinunciare alla sostenibilità. Per farlo servono visione politica, collaborazione tra stati, e soprattutto competenze tecniche diffuse lungo tutta la filiera industriale.
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