Il MISE, Ministero dello Sviluppo Economico, ha emanato i nuovi provvedimenti in materia di innovazione tecnologica e trasformazione digitale con il nuovo Piano Transizione 4.0 che ha validità per il triennio dal 2021 al 2023.
Il Piano Industria 4.0, come nell'edizione 2017, ha l'obiettivo di introdurre una serie di misure volte a finanziare l'adozione, da parte delle imprese italiane, di beni materiali e immateriali che consentono la trasformazione digitale.
In questo articolo approfondiamo le disposizioni previste dal Piano Nazionale Transizione 4.0 a supporto della digitalizzazione delle imprese e del rilancio del settore industriale.
Il Piano Nazionale Transizione 4.0, supportato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Next Generation EU, mette in campo per il 2021 e 2022 circa 24 miliardi (23,8 miliardi di euro). Come si legge sul sito del MISE, il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 ha come obiettivi quelli di stimolare gli investimenti privati e dare stabilità e certezze alla imprese. Le novità principali del piano sono così riassumibili:
i nuovi crediti d’imposta sono previsti per 2 anni;
la decorrenza della misura è anticipata al 16 novembre 2020;
è confermata la possibilità, per i contratti di acquisto dei beni strumentali definiti
entro il 31/12/2022, di beneficiare del credito con il solo versamento di un acconto pari ad almeno il 20% dell’importo e consegna dei beni nei 6 mesi successivi
(quindi, entro giugno 2023).
Il nuovo Piano Transizione 4.0 è un'unica misura, con aliquote differenti a seconda delle categorie di beni: parliamo infatti di "nuovo credito di imposta" che va a sostituire tutte le misure disponibili fino al 2020 tra cui appunto iperammortamento e superammortamento.
Il credito di imposta prevede la copertura per gli investimenti delle imprese in:
A differenza delle precedenti disposizioni, si amplia infatti il bacino di attività per cui sono previsti gli investimenti, rientrano nelle agevolazioni i software e gli applicativi ad esempio gestionali (in passato esclusi), ma anche crediti per le attività di formazione e quindi volte all'acquisizione delle competenze necessarie per effettuare la transizione 4.0.
Il credito d'imposta 2021 prevede nuove aliquote e massimali, differenti a secondo delle differenti tipologie di beni o attività. A seguire un dettaglio.
Le misure avranno durata fino al 2022, con la possibilità di estendere ulteriormente le misure di altri 6 mesi, fino a giugno 2023.
Il credito è utilizzabile, esclusivamente in compensazione, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento delle spese ammissibili, presentando il modello F24 attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
In conclusione, per le imprese del settore industriale, ancora alle prese con la digitalizzazione dei sistemi, il credito d'imposta per beni materiali e immateriali 4.0 rappresenta un ulteriore supporto all'implementazione ed adozione di sistemi intelligenti e smart, in grado di connettere macchinari ed impianti tramite cloud e opportuni sensori. A tal proposito suggeriamo la lettura dell'articolo "Meccatronica, oleodinamica e automazione industriale: scopri il futuro" per mettere a fuoco tutte le possibilità offerte dell'adozione delle nuove tecnologie per l'ottimizzazione degli asset aziendali.
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In collaborazione con Digital Dictionary
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