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Climate Clock: il countdown per raggiungere le emissioni zero

Scritto da Redazione | 24/04/2025

Il Climate Clock è un indicatore cruciale che mostra il tempo rimanente per agire e limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ovvero la soglia critica per evitare conseguenze catastrofiche. 

Questo strumento, nato nel 2015, è diventato un vero e proprio simbolo della lotta contro il cambiamento climatico, un monito costante sull'urgenza di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra.

 

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In questo articolo parliamo di:

Come funziona il Climate Clock

Il Climate Clock si basa su dati scientifici rigorosi forniti dall'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) e da altre fonti autorevoli. 

Il conto alla rovescia è iniziato da un punto in cui le emissioni di CO₂ hanno superato una determinata soglia, e il timer scorre inesorabile verso il momento in cui, al ritmo attuale, raggiungeremo l'aumento di 1,5°C. Questo strumento dinamico non solo tiene traccia del tempo, ma anche della quantità di CO₂ già emessa, offrendo una visione completa della situazione.

Il Climate Clock non è solo un promemoria, ma anche uno strumento di sensibilizzazione di fondamentale importanza. Mostra in modo chiaro e immediato l'urgenza di agire, spingendo governi, aziende e individui a prendere decisioni concrete e immediate per ridurre le emissioni. 

Il Climate Change in Italia

Nel corso del 2021 il Climate Clock ha fatto il suo debutto anche in Italia grazie alla collaborazione con il GSE.

L’imponente “orologio del clima” è stato installato sulla facciata del Ministero della Transizione Ecologica, in Via Cristoforo Colombo a Roma, inaugurato alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Ambiente. 

Oltre a mostrare il conto alla rovescia legato all’emergenza climatica, il display dell’orologio segnala anche la quota di energia globale prodotta da fonti rinnovabili.

Questo dato evidenzia l’importanza cruciale della transizione energetica come mezzo per contrastare il riscaldamento globale. 

Le misure UE e le critiche sulla fattibilità del progetto

Spostandosi dall’Italia al contesto europeo, occorre ricordare che l'UE si è posta, da subito, traguardi ambiziosi per la riduzione delle emissioni, con l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Tuttavia, alcune voci critiche hanno sollevato, da subito, preoccupazioni sulla fattibilità di questi obiettivi e sui potenziali impatti economici che ne potrebbero derivare.

Le principali prese di posizione hanno riguardato l'impatto economico delle misure, che potrebbero penalizzare le imprese europee rispetto ai concorrenti internazionali. Inoltre, alcuni settori, come l'industria pesante e l'agricoltura, faticano a trovare soluzioni tecnologiche ed economicamente sostenibili per ridurre le emissioni. Si teme che le regolamentazioni troppo stringenti possano portare a una delocalizzazione delle produzioni e alla perdita di posti di lavoro.

La nuova posizione UE e la direttiva sullo “Stop the Clock” 

Il 3 aprile 2025, il Parlamento Europeo ha dato il via libera, con procedura d’urgenza, alla proposta della Commissione europea conosciuta come “Stop the clock”. Si tratta di un provvedimento chiave all’interno dell’ampio pacchetto di semplificazione normativa, noto come “Omnibus I package”, pensato per rafforzare la competitività del mercato unico e rendere più progressiva e sostenibile l’applicazione delle norme in ambito ambientale e sociale.

Con un’ampia maggioranza il Parlamento ha approvato un posticipo nell’applicazione di due direttive cruciali per la transizione sostenibile dell’Unione europea: la Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD) e la Direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità aziendale (CSDDD).

 

In conclusione, il conto alla rovescia del Climate Clock ci ricorda l'urgenza di agire per limitare le emissioni e ridurre gli effetti drammatici del cambiamento climatico

 

Il conseguente dibattito sullo "Stop the Clock" e l’approvazione delle conseguenti direttive evidenzia le difficoltà e le sfide di questa transizione, ma anche la necessità di trovare un equilibrio tra obiettivi ambientali e sostenibilità economica e sociale. La transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio è una sfida globale che richiede la collaborazione di tutti i Paesi e un tempo adeguato.

 

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