Negli ultimi mesi la questione energetica, scaturita anche dal conflitto russo-ucraino, ha destato dubbi e domande sul futuro della transizione energetica in atto. Ci si sta interrogando se quanto sta accadendo contribuirà a un’accelerazione del processo di decarbonizzazione, permettendo una riduzione drastica delle fonti fossili e il passaggio alle rinnovabili.
Questo cambio di paradigma non è una novità: il pacchetto Fit for 55%, ad esempio, è un obiettivo posto dall'Unione Europea già nel 2021 e il Piano Nazionale Integrato per l'energia e il clima (PNIEC) è il provvedimento "guida" che ha il compito di uniformare le strategie Europee sulla transizione energetica.
In questo articolo approfondiamo la questione energetica in Italia alla luce dei mutati equilibri geopolitici.
Nello specifico parliamo di:
Vuoi ricevere maggiori informazioni sul tema della transizione energetica? Clicca qui sotto e scopri la guida completa con gli approfondimenti dedicati ai vettori energetici protagonisti.
L’attuale sistema energetico italiano ed europeo ha risentito particolarmente del conflitto russo-ucraino che ha avuto effetti diretti e indiretti su ogni Paese. La guerra ha evidenziato fin da subito gli aspetti più critici del settore energetico. In primis è emersa in modo chiaro a tutti un'importante dipendenza dalla Russia e più in generale dalle fonti fossili: si stima che circa l’80% dell’energia importata in Italia provenga da fonti come gas, petrolio e carbone, così come accadeva 25 anni fa. In secondo luogo, si è assistito a una crescita esponenziale del costo di gas ed energia elettrica dovuta alla volatilità dei prezzi.
Quanto è accaduto ha permesso di prendere coscienza di come un sistema centralizzato basato sui combustibili fossili oggi non possa più garantire un’offerta energetica in linea con le esigenze del Paese e con la possibilità di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi (il contenimento dell'aumento di temperatura entro 1,5 gradi). Questo è emerso anche dal convegno “Idrogeno e fonti rinnovabili” organizzato da RCS Academy e il Corriere della Sera, in cui si è stato messo a fuoco il potenziale delle fonti rinnovabili e dell’idrogeno verde nello scenario di approvvigionamento energetico globale, acuito dalle tensioni geopolitiche di quest’ultimo mese. Secondo Francesco La Camera, Direttore Generale IRENA, l’impatto maggiore sarà in direzione di un’accelerazione della transizione energetica, che dovrà essere intrapresa sia sul fronte della transizione ecologica sia su quello della decarbonizzazione. Il conflitto attuale ha aggiunto alla crisi climatica l’assoluta esigenza di rendere il sistema energetico più indipendente rispetto agli approvvigionamenti di combustibili. In quest’ottica il settore energetico dovrà puntare sulle fonti rinnovabili che risultano il modo più conveniente per produrre elettricità.
Questa è la strategia promossa dalla Commissione Europea attraverso la pubblicazione del REPowerEU, una comunicazione pubblicata lo scorso 8 marzo.
Il piano REPowerEU presenta alcune misure volte a diversificare le forniture di gas, a una più rapida diffusione di fonti rinnovabili e un aumento delle misure relative all’efficienza energetica. Il tutto nell’ottica di rendere l'Europa indipendente a livello di produzione di energia da combustibili fossili (e dalle importazioni russe) prima del 2030.
Il conflitto ha posto l’attenzione sulle alternative plausibili per fronteggiare la riduzione della dipendenza dalle importazioni di gas, a cominciare da quello russo. Una possibile soluzione risiede in una decisa accelerazione della decarbonizzazione. Il termine decarbonizzazione riguarda la riduzione delle emissioni di carbonio in atmosfera e, come sappiamo, attuare un processo di questo tipo implica la conversione ad un sistema che si basa sulla sostituzione di fonti di produzione fossili con fonti rinnovabili.
L’Italia è al terzo posto per la produzione di energie rinnovabili in Europa e presenta buone possibilità di sviluppo nell’ottica di un’accelerazione. Circa un quinto della domanda di energia in Italia viene soddisfatta dalle rinnovabili: tra le fonti green in uso nel nostro Paese troviamo l’idroelettrico, il solare fotovoltaico, l’eolico, il geotermico e l'impiego di biomasse. Oltre alla diversificazione delle fonti, un altro elemento che potrebbe contribuire è l’idrogeno verde. È quanto afferma anche Stefano Grassi, Capo di Gabinetto del Commissario all'Energia della Commissione Europea, secondo cui:
una delle vie maestre della strategia nella riduzione della dipendenza energetica è quella di accelerare il dispiegamento delle energie rinnovabili: eolico, solare e soprattutto idrogeno, perchè è possibile sostituire in parte l’uso del gas in alcuni settori a incominciare da quello industriale.
La piena implementazione delle linee guida definite nel pacchetto Fit for 55 darebbe un contribuito sostanziale alla riduzione della domanda di gas (del 30%) rispetto a quella europea attuale. La strategia prevede un raddoppio della capacità installata di energia solare ed eolica entro il 2025, per arrivare successivamente a triplicarla entro il 2030.
In conclusione, per rispondere con misure corrette e lungimiranti alla delicata questione energetica attuale, risulta fondamentale adeguare e facilitare il contesto normativo, tecnologico e culturale per lo sviluppo delle fonti rinnovabili permettendo un’accelerazione significativa delle azioni volte all'obiettivo di decarbonizzazione.
Vuoi restare sempre aggiornato sulle ultime novità della transizione energetica? Clicca il bottone qui sotto e iscriviti alla nostra newsletter!