La tassonomia europea, un sistema di classificazione delle attività economiche come ecosostenibili, è salita agli onori delle cronache per diversi motivi: in questo articolo spieghiamo che cos’è, di fatto, e quali sono i punti nevralgici sul tema della salvaguardia ambientale e finanza sostenibile.
Il 27 giugno 2023 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Europea il Regolamento delegato (UE) 2023/2486, il quale integra il Regolamento (UE) 2020/852 e stabilisce i criteri di vaglio tecnico di valutazione delle circostanze per cui un'attività economica possa essere qualificata come sostenibile. Il nuovo Regolamento è entrato in vigore l'11 dicembre 2023 e le disposizioni contenute si applicano a decorrere dal 1° gennaio 2024.
La normativa è di per sé complessa, e ha attraversato diverse modifiche nel corso del tempo. Pertanto, è importante fare chiarezza.
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Indice:
La tassonomia è una parte molto importante del Green Deal europeo, di cui uno dei pilastri, la legge sul clima, vincola i paesi dell’Unione ad azzerare le emissioni inquinanti nette entro il 2050.
Il nome “tassonomia” fa riferimento a un documento pubblicato dalla Commissione Europea il 22 giugno 2020 ed entrato in vigore il 12 luglio 2020. Tale documento stabilisce delle condizioni generali che un’attività economica deve soddisfare per poter qualificarsi come sostenibile, e definisce sei obiettivi ambientali:
La tassonomia serve quindi a stabilire uno standard riconosciuto in tutti i Paesi europei per cui una certa attività economica possa essere classificata sostenibile, e quindi ricevere più facilmente finanziamenti pubblici e privati.
Nell'aprile 2021, la Commissione ha dato il via libera al primo atto delegato sui temi climatici della Tassonomia UE, conosciuto come Climate Delegated Act (Regolamento Delegato 2021/2139). Tale atto ha stabilito i criteri tecnici per riconoscere le attività economiche che contribuiscono in modo rilevante ai primi due obiettivi della Tassonomia, ovvero mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
Tuttavia, i criteri definiti in aprile non erano ancora completi e non affrontavano alcune questioni politicamente delicate, tra cui il gas e il nucleare, che erano rimasti esclusi dall'atto delegato originale. Di conseguenza, la Commissione ha elaborato un atto delegato complementare che includesse anche queste fonti nella tassonomia.
Ai sensi del regolamento quindi, la Commissione considera sostenibili dal punto di vista ambientale anche queste due fonti, che però devono sottostare a delle specifiche condizioni. Per esempio, le nuove centrali a gas saranno consentite fino al 2030, purché producano meno di 270g di CO2 al kWh.
L’inserimento di gas naturale e nucleare tra le fonti sostenibili ha destato parecchie preoccupazioni: il gas naturale è largamente responsabile delle emissioni nocive per il clima, mentre per l’energia nucleare ancora non è stata trovata una soluzione efficace per gestire le scorie radioattive, senza contare che la costruzione e la manutenzione delle centrali nucleari sono attività costose e particolarmente lunghe nel tempo.
Ecco perché all’interno dell’Unione si è creata una notevole spaccatura: la tassonomia è stata criticata da diversi governi, per esempio l’Austria, la Spagna e la Svezia.
Inoltre, a dicembre 2021 è stato pubblicato il Disclosures Delegated Act (Regolamento Delegato 2021/2178), che dettaglia il contenuto e presenta le informazioni soggette alla trasparenza, come definite dall'articolo 8 della tassonomia in tema di divulgazione di informazioni specifiche.
Lo scorso 27 giugno 2023 è stato pubblicato il Regolamento Delegato 2023/2486 di integrazione al Climate Delegated Act. Questo Regolamento non solo definisce i criteri di vaglio tecnico per valutare se un'attività economica possa essere considerata sostenibile, bensì modifica il regolamento delegato (UE) 2021/2178 per quanto riguarda la divulgazione di informazioni specifiche su tali attività al pubblico. I criteri di vaglio tecnico sono legati agli ultimi quattro punti della tassonomia, citati nel primo paragrafo:
La Commissione Europea sta progressivamente implementando la tassonomia e riconosce l'importanza di integrare ulteriormente i temi legati all'ambiente e alla sostenibilità sociale, lavorando alla definizione della "tassonomia sociale". Per quanto riguarda le imprese soggette alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), esse devono includere nei loro report annuali il grado di aderenza alla tassonomia dell'UE e il rispetto dei criteri stabiliti negli atti delegati della tassonomia. Le altre aziende, che non sono soggette alla CSRD, possono volontariamente divulgare tali informazioni per accedere a finanziamenti sostenibili o per ragioni commerciali.
I futuri interventi normativi dell'UE sulla finanza sostenibile si concentreranno sulla convergenza tra la tassonomia e la CSRD. La direttiva sulla rendicontazione non finanziaria verrà estesa gradualmente a un numero crescente di aziende, incluse le PMI entro il 2027.
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