L’energia idroelettrica continua a rappresentare una delle colonne portanti della transizione energetica globale. Con oltre 1.443 GW di capacità installata e circa il 14% della produzione elettrica mondiale, questo settore si dimostra cruciale per garantire un futuro verde.
Il 2025 promette una ripresa importante dello sviluppo, soprattutto nel settore del pompaggio idroelettrico (PSH - Pumped Storage Hydropower), che si sta imponendo come una delle soluzioni chiave per lo stoccaggio a lungo termine.
Ma dove stiamo andando davvero? Quali sono i progetti in campo? E in quali aree del mondo si sta spingendo di più?
Quello che segue è una cernita chiara e sintetica del punto situazione su scala globale, il testo è articolato per aree geografiche, e tutte le informazioni sono tratte dal 2025 World Hydropower Outlook, pubblicato dall’International Hydropower Association (IHA).
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In questo articolo parliamo di:
L’Europa è caratterizzata da una decarbonizzazione accelerata, volatilità dei mercati energetici e crescente bisogno di flessibilità di rete. Dopo un 2024 eccezionale - con 680 TWh di energia idroelettrica prodotta, il valore più alto dell’ultimo decennio - il comparto si conferma essenziale per bilanciare il settore eolico e solare.
La crescita del pompaggio idroelettrico è diventata una priorità: attualmente ci sono 52,9 GW di nuovi impianti in progetto, di cui 3 GW già in costruzione e 6,7 GW che hanno ottenuto le autorizzazioni.
Questo crescente interesse è favorito da recenti riforme regolatorie a livello europeo. Ad esempio, il nuovo market design dell'Unione Europea impone agli Stati membri di pianificare in modo esplicito quanta 'flessibilità' serve nei loro sistemi elettrici (cioè la capacità di adattarsi alle variazioni nella produzione e domanda di energia), e permette di introdurre meccanismi di incentivo economico per facilitare gli investimenti, come il modello Cap & Floor usati nel Regno Unito o i mercati di capacità in Italia e Spagna.
A proposito di Italia, il mercato italiano del pompaggio idroelettrico sta vivendo una fase di fermento, spinto dalla necessità di integrare quantità sempre maggiori di energie rinnovabili non programmabili - come eolico e solare - in un sistema elettrico ancora frammentato e sotto pressione.
Diversi progetti sono attualmente in fase di sviluppo con l’obiettivo di partecipare al nuovo mercato della capacità (MACSE), in partenza nei prossimi mesi.
Tra i progetti in evidenza, ad aprile 2024 Repower ha confermato che il suo impianto Campolattaro da 600 MW è in attesa dell’autorizzazione finale. A luglio, Edison e WeBuild hanno annunciato un’alleanza per sviluppare congiuntamente i progetti Pescopagano e Villarosa, per un totale di 500 MW di nuova capacità.
Tornando all’Europa: permessi complessi, instabilità normativa e mancanza di compensazioni adeguate per i servizi offerti dagli impianti ostacolano nuovi investimenti. In particolare, il PSH soffre ancora in alcuni Paesi di doppia tassazione sull’energia pompata, nonostante il suo ruolo cruciale nell’accumulo su larga scala.
L’idroelettrico in Nord e Centro America continua a rappresentare una componente chiave del mix energetico: modernizzazione delle infrastrutture esistenti, nuovi progetti su scala mirata e alleanze strategiche tra territori.
In Canada, il progetto Site C (1.100 MW) entrerà pienamente in funzione in autunno, aumentando così dell’8% la capacità elettrica della British Columbia. Sempre in Canada, Québec e Terranova e Labrador hanno annunciato un accordo storico per lo sviluppo congiunto di nuovi progetti idroelettrici.
Negli Stati Uniti, i fondi federali del Bipartisan Infrastructure Law sostengono interventi su impianti locali, manutenzione, ricerca e piccoli progetti, come il nuovo Taylor River Hydro da 500 kW in Colorado.
In Centro America, la modernizzazione prosegue con impianti come La Garita (97 MW) in Costa Rica, completata all’inizio del 2025, mentre nuovi progetti, come Changuinola II (228 MW) a Panama, sono in fase di sviluppo. Anche la Repubblica Dominicana mira a coprire il 25% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro fine anno, puntando anche sull’idroelettrico.
Emergono però alcune criticità. Licenze in scadenza, procedure lente e difficoltà climatiche (come siccità prolungate e ondate di calore, specialmente in Messico e America Centrale) mettono sotto pressione un settore maturo ma vulnerabile. Senza una riforma dei processi autorizzativi, molte centrali rischiano di chiudere anziché essere rinnovate, compromettendo la sicurezza energetica proprio nel pieno della transizione.
L’energia idroelettrica resta la colonna portante del sistema energetico sudamericano, coprendo circa il 45% della domanda elettrica nonostante sia sfruttato solo il 30% del potenziale regionale. L’area andina e il bacino amazzonico offrono opportunità immense, ma la crescita del settore sta rallentando, bloccata da burocrazia, conflitti normativi e instabilità politica.
Alcuni segnali positivi emergono: il progetto Ituango (2.400 MW) in Colombia entra gradualmente in funzione, mentre Mascarenhas (Brasile) ha ottenuto la certificazione Gold per la sostenibilità, confermando l’attenzione crescente verso impianti compatibili con l’ambiente. Sul fronte innovazione, l'America meridionale sperimenta sistemi ibridi idroelettrico-solare, come la centrale galleggiante di Lajeado (54 MW) in Brasile.
Le sfide, anche qui, sono molte: siccità estreme aggravate da El Niño, rallentamenti nei rinnovi concessori (soprattutto in Brasile e Argentina), e conflitti sociali frenano nuovi investimenti. Aumentano anche le tensioni tra governi e operatori, come in Colombia, dove le controversie tariffarie hanno fatto crollare la fiducia degli investitori.
In Africa l’idroelettrico fornisce già il 20% dell’elettricità del continente, pur avendo sfruttato solo il 10% del suo potenziale tecnico. La capacità installata ha raggiunto 43,5 GW, con nuovi impianti entrati in funzione o completati, come Karuma, Nachtigal e Julius Nyerere.
Accanto ai grandi progetti, cresce l’interesse per impianti di media scala, più accessibili a investimenti privati grazie a nuovi modelli di partenariato pubblico-privato. La Banca Africana di Sviluppo ha inoltre avviato un programma di modernizzazione che potrebbe riattivare 800 MW oggi inattivi e aggiungerne fino a 1,6 GW di nuova capacità.
Importante segnalare anche un bel traguardo rispetto alla sostenibilità: Ngonye Falls (Zambia) è il primo progetto africano certificato Gold secondo l'Hydropower Sustainability Standard.
Come sempre gli ostacoli non mancano, soprattutto nella fase di finanziamento. Tra questi vi sono il rischio di vendita dell’energia (offtake risk), e le persistenti preoccupazioni da parte dei finanziatori sulla bancabilità dei progetti e sull’esposizione al rischio. Senza interventi mirati, queste criticità continueranno a ritardarne la realizzazione.
Il Sud e Centro Asia puntano sull’idroelettrico come strumento di integrazione energetica e stabilità geopolitica. Cresce la cooperazione regionale: accordi tra paesi come Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan rafforzano l’interconnessione elettrica e idrica, grazie a progetti congiunti, scambi transfrontalieri e infrastrutture condivise come la linea Datka-Sughd, parte del corridoio CASA-1000.
Anche l’asse India-Bhutan si rafforza con nuovi investimenti congiunti: tra questi, il rilancio dei progetti Kholongchhu (600 MW) e Chamkharchhu-1 (770 MW), oltre a un memorandum per sviluppare fino a 5 GW di nuova capacità.
Nonostante i progressi, la regione resta esposta a eventi estremi sempre più frequenti. Tra il 2024 e l’inizio del 2025, frane, alluvioni e siccità hanno colpito duramente gli impianti in Nepal, Sri Lanka, Russia e Iraq, riducendo la produzione e mettendo a rischio l’affidabilità della rete. La tensione tra India e Pakistan sulla gestione dell’Indo mostra quanto l’acqua sia diventata anche una leva diplomatica critica.
Visto che questa area del mondo si trova ad affrontare sfide crescenti dovute agli estremi climatici e all’incertezza politica, l’energia idroelettrica può svolgere un ruolo fondamentale nel rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento idrico ed energetico. Sostenendo una pianificazione integrata delle infrastrutture e promuovendo la cooperazione transfrontaliera, offre un percorso verso lo sviluppo sostenibile e la stabilità regionale.
Nel 2025, la Cina continua a guidare lo sviluppo idroelettrico nella regione, aggiungendo 14,4 GW di nuova capacità nel solo 2024, di cui oltre la metà proveniente da impianti di pompaggio (7,75 GW). Il Paese ha raggiunto quasi 59 GW di PSH installata, e con oltre 200 GW in cantiere o già approvati, punta a superare i 130 GW entro il 2030.
La nuova Legge sull’Energia, in vigore da gennaio 2025, rafforza ulteriormente questo slancio, introducendo norme specifiche per uno sviluppo ordinato del pompaggio.
Al di fuori della Cina, l’idroelettrico e il PSH restano strumenti centrali per garantire stabilità alle reti elettriche e integrare rinnovabili variabili. Australia, Vietnam, Filippine, Thailandia e Laos stanno avanzando con nuovi progetti, mentre Indonesia e Malesia esplorano modelli ibridi idro-solare.
Sfide persistenti rallentano la diffusione fuori dalla Cina: alti costi iniziali, iter autorizzativi complessi, problemi di connessione alla rete e impatti ambientali non sempre gestiti in modo adeguato.
Il cambiamento climatico accentua le difficoltà: siccità prolungate e precipitazioni irregolari hanno già ridotto la produzione in paesi come Australia, Laos e Vietnam. Cresce quindi la necessità di progetti più resilienti, una governance idrica condivisa e strumenti finanziari più accessibili per attirare investitori privati.
L’energia idroelettrica oggi rappresenta un elemento centrale nella transizione energetica globale: riduce le emissioni di CO2 e contribuisce alla stabilità delle reti elettriche. Inoltre, è una fonte rinnovabile e programmabile, in grado di fornire energia in modo continuo e affidabile; favorisce l’indipendenza energetica dei Paesi e crea posti di lavoro locali.
In un mondo perfetto, l’energia idroelettrica potrebbe coprire una parte ancora maggiore del fabbisogno energetico globale, sostenendo una transizione verso un futuro a basse emissioni.
Tuttavia, dai dati analizzati emerge una crescita irregolare tra le diverse aree del mondo. Lo sviluppo del settore è ostacolato da normative complesse, impatti climatici sempre più gravi e instabilità politica.
Nonostante queste difficoltà, la flessibilità dell’energia idroelettrica rimane essenziale. Che si tratti di grandi dighe, impianti ad acqua fluente o sistemi di pompaggio, l’energia idroelettrica continua a fornire un supporto decisivo all’equilibrio energetico globale.
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