L’efficienza energetica comporta considerevoli vantaggi non solo per l’ambiente ma a cascata sulla società e sull’economia di un Paese. È uno stimolo all’innovazione tecnologica, che permette di aumentare la competitività delle industrie, risparmiare e contribuire a contenere l'emergenza climatica in atto.
Nell’ambito delle industrie pesanti e dei settori hard to abate, l’industria siderurgica globale rappresenta ancora uno dei principali fattori di consumo energetico e fonte di emissioni. Nonostante siano stati fatti importanti progressi per la decarbonizzazione del settore, c’è ancora un notevole margine di miglioramento dal punto di vista dell’efficienza energetica degli impianti siderurgici. Vediamo perché.
Nello specifico parliamo di:
Industria siderurgica in Italia: dati, prospettive, possibilità. Clicca sul bottone qui sotto per approfondire gli aspetti principali del settore.
La produzione in siderurgia è un’attività energivora che implica notevoli emissioni di CO2 in atmosfera in virtù dei processi produttivi impiegati. Nello specifico, nella produzione a ciclo integrale con altoforno le maggiori emissioni derivano in forma diretta dal ciclo produttivo: dal carbonio necessario nel corso della riduzione del minerale di ferro e dall’utilizzo di coke. Diversamente, nel ciclo a forno elettrico la maggior parte delle emissioni sono di tipo indiretto, da ricondurre al consumo di energia elettrica necessaria per poter fondere il rottame ferroso. Parte delle emissioni è inoltre prodotta dalle attività di lavorazione e trasformazione dell’acciaio, quali forgiatura o laminazione a caldo, che prevedono la combustione di gas naturale.
Secondo quanto riportato dal Rapporto di sostenibilità 2021 di Federacciai, le emissioni dirette di CO2 del settore siderurgico italiano nel 2020 hanno raggiunto quota 8,3 milioni di tonnellate, in riduzione rispetto all’anno precedente del 21%. L’Italia, infatti, è al primo posto per efficienza energetica nei processi siderurgici grazie al ruolo preponderante che detiene la produzione da forno elettrico e dal riciclo del rottame ferroso. Nonostante il dato positivo, per seguire il percorso di decarbonizzazione e transizione energetica dell’Unione Europea risulta necessario identificare anche nuove soluzioni più efficienti che possano rendere l’industria siderurgica italiana sempre più competitiva e che le facciano mantenere quel ruolo di leadership nella lotta al cambiamento climatico.
Attualmente l’industria siderurgica italiana ha puntato sulla parziale riconversione della capacità produttiva da ciclo tradizionale (cokeria, altoforno, convertitore) a forni elettrici alimentati da rottame e da impianti per la produzione di preridotto (Direct reduced Iron – DRI) in un’ottica di decarbonizzazione di un settore ad alta emissività.
Come anticipato, i passi avanti che sono stati fatti devono proseguire verso una trasformazione radicale dei processi industriali che prevedono la produzione dell’acciaio.
In questo senso alcune linee guida innovative sono state proposte da Federacciai insieme a Interconnector Energy Italia in collaborazione con il Boston Consulting Group attraverso lo studio intitolato “Strategia per la decarbonizzazione dei settori hard to abate, Industrial Decarbonisation Pact”.
Dallo studio emerge come la riduzione delle emissioni debba basarsi sulla diversificazione di soluzioni più efficienti che comprendono indubbiamente il miglioramento dei processi attuali, ma soprattutto lo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione siderurgica.
Tra i nuovi processi in fase di sviluppo rientra l’utilizzo dei Green fuel su scala industriale. Si tratta dell’impiego di idrogeno e biometano in sostituzione al carbonio e al coke come agenti riducenti nel processo produttivo. L’idrogeno, infatti, potrebbe alimentare i forni elettrici ad arco, agire come combustibile e riduttore nei processi di DRI.
Altre leve innovative per la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni del settore riguardano l’elettrificazione in sostituzione di processi di combustione quando possibile e la cattura - stoccaggio - utilizzo della CO2 (CCUS). Quelle presentate sono soluzioni ad alto potenziale di riduzione delle emissioni, ma attualmente con un’applicabilità ancora limitata, pertanto necessitano di investimenti in ricerca e sperimentazione per valutarne l’effettiva introduzione a livello industriale.
In conclusione, nonostante l’Unione Europea contribuisca oggi alle emissioni globali solo per un 9%, affinchè questa percentuale sia in continua diminuzione è necessario migliorare ulteriormente l'efficienza ottimizzando i processi di produzione e implementando le migliori tecnologie disponibili. Passare attraverso vettori energetici a basse emissioni di carbonio, espandere l'utilizzo dell'idrogeno blu e implementare la cattura, l'utilizzo e lo stoccaggio del carbonio può essere la strada giusta per un futuro ancora più green.
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