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Reshoring nell’industria siderurgica: il punto della situazione

Scritto da Redazione | 16/09/2022

In questi ultimi mesi si sente sempre più parlare di reshoring, un fenomeno che sta interessando molte realtà alle prese con il post-pandemia di Covid-19 e, più di recente, con le ripercussioni del conflitto russo-ucraino, che ha avuto conseguenze inaspettate sull’economia nazionale e internazionale.

Gli anni della pandemia sembrano aver contribuito a una spinta del reshoring nel settore siderurgico, in cui si è profilata una maggiore frammentazione del mercato mondiale dell’acciaio. La tendenza in atto di questo fenomeno di rilocalizzazione delle produzioni all’interno del Paese potrebbe intensificarsi, con la conseguente nascita di diversi mercati macroregionali.

Ma cosa si intende davvero con il termine reshoring? E perché puntare sul reshoring dell’industria siderurgica? In questo articolo cerchiamo di approfondire questa tematica alquanto complessa e sfaccettata, fornendo un focus sul comparto siderurgico.

Nello specifico parliamo di: 

Industria siderurgica in Italia: dati, prospettive, possibilità. Clicca sul bottone qui sotto per approfondire gli aspetti principali del settore. 

 

Reshoring: di cosa si tratta?

Il termine “reshoring” (conosciuto anche come onshoring, inshoring o backshoring) denota un fenomeno di natura economica che consiste nel ritorno in patria di una produzione o fabbricazione di beni che, in precedenza, era stata delocalizzata al di fuori dei confini nazionali. Questo evento, che comporta il rientro delle attività produttive o della catena di fornitura nel contesto nazionale, implica un’importante riorganizzazione dei processi industriali. Già a inizio 2020 il fenomeno del reshoring sembrava avviato per alcune realtà aziendali. Con il propagarsi dell’emergenza del Coronavirus, si è manifestata l’esigenza di un ripensamento delle strategie produttive, puntando sempre più sul reshoring. Per sopperire alla carenza di materie prime e materiali, provenienti dalle aree colpite dalla pandemia prima dell’Italia, molte aziende si videro costrette a modificare la struttura delle supply chain locali.

Recentemente, questo fenomeno è tornato al centro dell’attenzione e del dibattito dei diversi consigli di amministrazione. Le motivazioni sono riconducibili all’inasprimento del conflitto russo-ucraino, dal quale ne sono derivate la delicata questione del caro energia e la scarsità delle materie prime, contribuendo così al voler riportare nel proprio continente le attività produttive, al fine di raggiungere un maggiore controllo e operatività.

Reshoring industria siderurgica: cosa sta accadendo?

Il settore siderurgico italiano ed europeo risulta uno dei maggiori importatori di acciaio.
Negli anni, l’aumento delle importazioni di acciaio ha avuto una considerevole influenza sulla diminuzione dell’utilizzo degli impianti delle aziende siderurgiche italiane. Oltre a questo, la decrescita della domanda dovuta alla pandemia di Covid_19 ha condotto ad un’ulteriore inattività degli stabilimenti. Secondo i dati forniti da Siderweb sono rimaste inattive circa 40 milioni di tonnellate di capacità produttiva in Europa da marzo 2020. Ne è un esempio lo stabilimento dell’ex ILVA di Taranto che risulta da tempo sottoutilizzato. Non solo, il propagarsi della pandemia ha impattato negativamente sul settore siderurgico interrompendo le catene di approvvigionamento con conseguenze rilevanti sui settori a valle, dall’edilizia fino alla costruzione dei veicoli. In questo contesto, in un'ottica di ripresa del settore, il fenomeno del reshoring nell’industria siderurgica può essere visto come un’opportunità per sfruttare certi siti ad oggi non utilizzati a pieno del loro potenziale, per rispondere alla rinnovata domanda e riportare all’interno del Paese una competitività nella produzione di acciaio. Il reshoring nell’industria siderurgica implicherebbe pertanto uno sfruttamento delle strutture attualmente esistenti che dovranno essere necessariamente adattate ed adeguate non solo alle necessità impiantistiche, ma anche ai nuovi standard ambientali, di efficienza energetica.

Oggi abbiamo coscienza più che mai che poter produrre e disporre di ciò che è necessario senza avere un approvvigionamento esterno può risultare un vantaggio. In quest’ottica il reshoring potrebbe essere un investimento per il futuro al fine di rimanere competitivi nell’ambito del settore siderurgico.


 

In conclusione, la crisi dei materiali, il caro energia e la tendenza al reshoring, sono temi che non riguardano solo il comparto siderurgico, ma la riorganizzazione dei processi industriali dell’intero Paese e per i quali servono competenze specifiche. I prossimi mesi saranno cruciali per comprendere la direzione nella quale vorranno muoversi gli stabilimenti siderurgici italiani. 

 

 

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