Quando parliamo di NRMM (Non Road Mobile Machinery), ci riferiamo a quelle macchine semoventi a propulsione progettate per svolgere compiti operativi specifici.
In questa categoria rientra un'ampia varietà di mezzi: dai piccoli apparecchi portatili, come tosaerba o motoseghe, alle grandi macchine da costruzione come escavatori, apripista, caricatori, fino a mietitrici, motocoltivatori e altre attrezzature agricole.
Sebbene non siano concepite come veicoli stradali in senso stretto, possono aver bisogno di circolare su strade pubbliche - ad esempio per spostarsi tra diversi cantieri o zone operative.
Fino a oggi, la gestione della circolazione su strada delle NRMM era affidata ai singoli Stati membri, ciascuno con regole proprie, ma l’assenza di un quadro normativo comune comportava notevoli criticità.
Oggi il panorama cambia: con il nuovo Regolamento (UE) 2025/14, l’Unione Europea introduce una normativa sia per l’immissione sul mercato, sia per la loro omologazione e regolamentazione.
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In questo articolo dunque vedremo:
Come accennato nell'introduzione, l'accesso alla rete stradale da parte delle macchine mobili non stradali (NRMM) era disciplinato da normative nazionali frammentarie. Ora, con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2025/14, pubblicato l’8 gennaio 2025 e attivo dal 28 dello stesso mese, l’Unione Europea ha introdotto un quadro normativo comune per l’omologazione e la circolazione su strada delle NRMM.
Il regolamento prevede un periodo transitorio fino al 2036, durante il quale sarà possibile adeguarsi progressivamente alle nuove disposizioni.
Questo si applica solo alle NRMM nuove, a velocità compresa tra 6 e 40 km/h, e con massimo tre posti a sedere. Sono esclusi monopattini elettrici, e-bike, veicoli agricoli, macchine trainate e qualsiasi mezzo usato solo per il trasporto di persone o merci.
La vera novità sta nell’introduzione della categoria U, che raccoglie tutte le NRMM soggette a questo regolamento. Si supera così la confusione normativa tra Stati membri, riducendo tempi e costi per i produttori e semplificando le regole per l’immissione sul mercato.
A chi si applica il nuovo regolamento?
È importante sottolineare che il regolamento non si applica ai veicoli già coperti dalla Mother Regulation (Regolamento (UE) n. 167/2013), ovvero trattori agricoli e forestali, rimorchi e attrezzature intercambiabili trainate. Questi mezzi infatti restano disciplinati dal regime specifico a loro dedicato, che continua a rappresentare il riferimento normativo principale per il settore agricolo. In questo modo, si evita ogni sovrapposizione tra i due regolamenti, garantendo una gestione chiara delle procedure di omologazione. Questo articolo ne parla in maniera estesa.
Una macchina mobile non stradale, o NRMM, potrà circolare su strada pubblica solo se approvata secondo uno dei due regimi previsti dal Regolamento (UE) 2025/14: l’omologazione UE o l’omologazione individuale UE.
Per i produttori che immettono sul mercato meno di 70 unità all’anno per Stato membro, sono previste semplificazioni procedurali, mantenendo comunque l’obbligo di rispettare i requisiti essenziali.
La Commissione europea definirà, entro il 2027, i requisiti tecnici di dettaglio per entrambe le forme di omologazione. Questi includeranno aspetti fondamentali come l’integrità strutturale, i sistemi di frenatura, sterzo, visibilità e illuminazione, oltre a vincoli su massa, dimensioni e velocità massima.
Le NRMM sono diffuse nei cantieri, nei porti, nei campi agricoli e centri logistici, e in tanti altri luoghi che passano inosservati a chi cammina in città.
Finora, però, sono rimaste escluse dalle principali politiche climatiche dell’UE: fuori dai limiti sulle emissioni di CO2, dal sistema ETS, occupando così una zona grigia nella decarbonizzazione.
Eppure il loro impatto è estremamente rilevante: secondo Transport & Environment (2024), consumano oltre 30 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e producono circa 108 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, più del 3% delle emissioni dell'UE, superando la metà di quelle del trasporto stradale pesante.
Pur senza fissare limiti di CO2, il Regolamento (UE) 2025/14 crea una base normativa comune, riducendo le disomogeneità nazionali.
Richiedere macchine a zero emissioni può stimolare la domanda di tecnologie pulite, e a riprova di questo possiamo già vedere alcuni segnali incoraggianti: la città di Londra, ad esempio, sta valutando l’introduzione di zone a basse emissioni specifiche per NRMM, insieme a nuovi standard tecnici per i macchinari da cantiere. Un approccio che potrebbe fare scuola anche in ambito europeo.
Con l’introduzione del Regolamento (UE) 2025/14, l’Unione Europea compie un passo storico per quanto riguarda il regolamento e l’omologazione per le NRMM, o Non Road Mobile Machinery, colmando un vuoto normativo che da tempo limitava l’evoluzione del settore NRMM.
Si tratta di una svolta tanto attesa quanto necessaria, che getta le basi per un quadro regolatorio uniforme, aprendo la strada a una mobilità operativa più efficiente, e, auspicabilmente, sempre più sostenibile.
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