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Macchine per il sollevamento: come orientarsi nel labirinto normativo

Scritto da Redazione | 12/11/2019

La crescente complessità e automazione di macchine e impianti comporta un aumento di importanza degli aspetti legati alla sicurezza, che devono essere considerati già durante la progettazione al fine di soddisfare i numerosi requisiti relativi a funzioni, produttività, affidabilità e efficienza. Ne abbiamo parlato anche all'articolo "Macchine per il sollevamento: la sicurezza non è più in discussione".

Nei prossimi paragrafi ci concentriamo, grazie all’intervento di Paolo Pano – Ingegnere dell’Ufficio Tecnico di HYDAC S.p.A. - sul quadro normativo in riferimento alle macchine per il sollevamento.

 

 

Conformità di sistemi e macchine alle Direttive: le Norme Europee Armonizzate

L’adempimento dei requisiti ed il rispetto di tutte le Direttive pertinenti dell’Unione Europea è confermato dalla dichiarazione di conformità. Esaminando le funzioni di sicurezza come parte del sistema di comando complessivo, sono disponibili adeguati strumenti per implementare i requisiti di sicurezza previsti dalla Direttiva Macchine: le Norme Europee Armonizzate, che conferiscono la presunzione di conformità ai requisiti essenziali delle Direttive di Prodotto.

La progettazione e il processo di valutazione dei rischi è facilitato dall’applicazione delle norme armonizzate, in quanto le norme di tipo C, contenenti i requisiti di sicurezza di dettaglio per una macchina o per un gruppo di macchine particolari, individuano i pericoli significativi che sono generalmente associati e specificano le misure di protezione per affrontarli.

Un fabbricante che applica le specifiche di una norma di tipo C deve accertarsi che la norma armonizzata sia adeguata alla macchina particolare in questione e che copra tutti i rischi che questa presenta.

 

Breve quadro normativo per la progettazione in sicurezza di apparecchi di sollevamento

Le macchine per il sollevamento, aumentando progressivamente in complessità tecnica, comportano un parallelo incremento di complessità degli aspetti normativi inerenti alla progettazione e all’iter di certificazione dei sistemi di sicurezza.

La varietà di macchine per il sollevamento rende necessaria una classificazione che, conseguentemente, comporta una frammentazione e particolarizzazione del quadro normativo, con l’introduzione di norme specifiche per macchina, sottosistemi e funzioni da essi espletate.

La norma di riferimento per i carrelli semoventi a braccio telescopico è la UNI EN 15000 del 2009. La norma specifica i requisiti tecnici, le verifiche e le procedure di prova per i sistemi indicatori del momento longitudinale (LLMI) e di controllo del momento longitudinale del carico (LLMC). La norma completa i requisiti di stabilità longitudinale della EN 1459:1998 e copre i sistemi LLMI e LLMC per carrelli stazionari che compiono operazioni di carico o posizionamento su terreno consolidato, stabile e piano.

La norma non copre invece il rischio dovuto a instabilità laterale o instabilità dovuta al movimento del carrello. Ai sistemi LLMI e LLMC non è attribuibile alcuna segnalazione relativa al rischio di ribaltamento mentre il carrello è in movimento. Il malfunzionamento di tali sistemi deve essere comunicato mediante allarme all’operatore fino al ripristino, e la loro progettazione deve essere conforme al PLc (Performance Level c) richiamando la norma EN ISO 13849-1 (Sicurezza del macchinario - Parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza - Parte 1: Principi generali per la progettazione).

La UNI EN 280 del 2015 è la norma di riferimento per la progettazione delle piattaforme di lavoro mobili elevabili. La norma specifica i requisiti tecnici e le misure di sicurezza per tutti i tipi e per tutte le dimensioni di piattaforme di lavoro mobili elevabili (MEWP), destinate a spostare persone fino alle posizioni di lavoro da cui possano svolgere mansioni dalla piattaforma di lavoro (WP), con l’intenzione che le persone accedano ed escano dalla piattaforma di lavoro solo da posizioni di accesso a livello del terreno o dal telaio. Anche in tale norma si richiama la EN ISO 13849-1 per la definizione del Performance Level minimo raggiungibile per i dispositivi legati alla sicurezza dei sistemi di comando.

Parlando invece di gru, la classificazione tecnica e normativa prevede la distinzione in gru mobili, intese come gru a braccio autonomo capaci di spostarsi con o senza carico senza la necessità di binari fissi, e gru caricatrici, intese come gru azionate da energia non manuale e progettate per essere fissate a un telaio rotante intorno ad una base (ex gru autocarrate).

Per quanto riguarda le gru mobili la norma di riferimento è la UNI EN 13000 del 2014. La norma, di tipo C, si applica alla progettazione, costruzione e installazione dei dispositivi di sicurezza, alle informazioni per l’uso, alla manutenzione e alle prove delle gru mobili definite dalla UNI ISO 4306-2.

Per le gru caricatrici, invece, la norma di riferimento è la UNI EN 12999 del 2018. La norma specifica i requisiti minimi per la progettazione, il calcolo, le verifiche e le prove delle gru caricatrici idrauliche ed il loro montaggio su autoveicoli o su fondazioni statiche.

 

 

In conclusione, il quadro normativo di riferimento per la costruzione di macchine da sollevamento può sembrare un labirinto. Ciò è dovuto alle specificazioni per le singole apparecchiature da costruire, ma con l’aiuto di un partner affidabile la normativa passa dal sembrare una problematica ad essere un punto di vantaggio nella progettazione dei propri macchinari.

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