L'economia circolare è l’evoluzione di quella lineare, cioè del “vecchio” modo di concepire la produzione, verso la direzione della sostenibilità d'impresa. Per semplificare, con l'economia lineare si estraggono materie prime che vengono trasformate in un prodotto, il quale viene gettato via dopo l'uso. Prendi - produci - smaltisci. Tale approccio non è sostenibile nel lungo periodo, ed è per questo che il sistema nazionale sta attuando una serie di provvedimenti per passare a quella che viene definita economia circolare. Un concetto che mira ad una maggior sostenibilità ambientale attraverso l’allungamento della vita utile dei prodotti (ad esempio per quanto riguarda il fluido idraulico) e a un riciclo che re-immetta in produzione le materie prime seconde, ricavate da scarti e rifiuti del primo ciclo produttivo.
In questo articolo parliamo di:
L'introduzione del concetto di circolarità delle risorse è importante, perché attualmente l'utilizzo delle materie prime in un’ottica di economia lineare è inefficiente e dispendioso. Ad esempio, solo il 15% circa delle materie plastiche europee viene riciclato e la Cina consuma più alluminio, acciaio e cemento di tutto l'OCSE. L'adozione di un approccio circolare offre sicuramente una parte della soluzione, che seppur non definitiva rappresenta il principio di una maggior sostenibilità delle imprese.
I sistemi di economia circolare e lineare, infatti, differiscono l'uno dall'altro nel modo in cui il valore viene creato o mantenuto. Come si diceva poco sopra, l’economia lineare segue tradizionalmente il percorso “prendi-produci-smaltisci”. Ciò significa che le materie prime vengono estratte o raccolte, quindi trasformate in prodotti che vengono utilizzati fino a quando non vengono buttati come rifiuti. In questo sistema economico, il valore viene creato producendo e vendendo quanti più prodotti possibile.
Un'economia circolare, invece, segue l'approccio delle 3R:
L'uso delle materie prime è ridotto al minimo, mentre il riutilizzo di prodotti o di loro parti è massimizzato. Ultimo, ma non meno importante, le materie prime vengono riciclate secondo standard molto elevati.
Un esempio di modello circolare è rappresentato dal fluido idraulico all’interno dei macchinari industriali. Questo, se accuratamente trattato, contribuisce ad allungare la vita utile della macchina o dell'impianto, e può essere riciclato fino al 98%, mettendo in pratica l'obiettivo di ridurre, riutilizzare e riciclare previsto dalla circular economy.
Per un approfondimento su questo tema, si veda l’articolo “Efficienza e sostenibilità d’impianto attraverso il circuito oleodinamico”.
L'economia circolare sta guadagnando una crescente attenzione fra imprenditori, produttori e leader di governo, fondamentalmente perché le opportunità offerte da questo approccio sono molteplici, fra cui si possono riscontrare:
I potenziali benefici del passaggio a un modello circolare si estendono al concetto di sostenibilità e alla salvaguardia dell'ambiente. Questa pratica offre alle organizzazioni grandi e piccole un percorso per ridurre i costi di produzione, utilizzando meno materie prime e soddisfacendo al contempo le richieste dei clienti in nuovi modi. Progettando una riduzione dei rifiuti, mantenendo in uso i prodotti più a lungo e rigenerando i materiali si possono raggiungere gli obiettivi climatici globali.
L'economia circolare è stata una delle tematiche al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza: i provvedimenti puntano a centrare gli obiettivi di riciclo fissati dalla normativa europea, che prevede che al massimo il 10% dei rifiuti finisca in discarica e che il 65% venga invece riciclato.
La distribuzione delle risorse finanziare destinate all'economia circolare, secondo quanto stabilito dal PNRR è in capo al ministero della Transizione ecologica (MiTE). A settembre 2021 sono stati emanati due decreti, vediamoli nel dettaglio.
Il decreto 396 del 28 settembre 2021 prevede lo stanziamento di 1,5 miliardi di Euro per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l’ammodernamento degli impianti esistenti. Le linee guida per l'accesso alle risorse sono le seguenti:
Il decreto 397 del 28 settembre 2021 stanzia ulteriori 600 milioni di euro per la realizzazione di progetti "faro" di economia circolare per filiere industriali strategiche. Le linee guida per l'accesso alle risorse sono così delineate:
Secondo quanto emerge dal Circularity Gap Report, il tasso di circolarità globale rilevato nel 2021 è pari solo all’8,6%, con un aumento del prelievo di materia dal pianeta che supera i 101 miliardi di tonnellate. Questi dati sono la prova di una ancora mancata attuazione di strategie nazionali nell’ottica della transizione ecologica.
Il 2022 per l'economia circolare italiana può essere un anno cruciale: l’obiettivo è che gli investimenti previsti dal PNRR, e le riforme associate, vadano a colmare i gap di circolarità del sistema del Paese. Tuttavia, le ingenti risorse stanziate lo scorso anno, con i decreti del PNRR, sono solo un primo tassello per incentivare le imprese verso un reale cambio di paradigma.
Altri enti e strumenti, tra cui il Green Deal europeo, il GPP, il CAM e gli Obiettivi ONU, definiranno un’agenda puntuale che contribuirà a far si che le aziende diventino il vero driver della transizione.
Secondo quanto affermato da Claudia Brunori, Vice Direttore per l’Economia Circolare del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali di ENEA:
rimane ferma e imprescindibile l’esigenza di definire un Piano di attuazione della transizione circolare che includa precisi obiettivi, target quantitativi, tempistiche e definizione di ruoli di governance e strumenti operativi, normativi e finanziari.
In conclusione, il concetto di economia circolare rappresenta l’evoluzione sostenibile dell’attuale economia lineare. Il modello circolare mira a produrre più valore ottimizzando la vita utile dei prodotti e riciclando le materie prime per dare loro nuova vita. L’Italia ha messo a punto azioni concrete nell’ottica dell’economia circolare, ma i mesi futuri saranno cruciali per constatare l’effettivo recepimento e attuazione della transizione.
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